Cosa si intende per liquidazione del patrimonio
Chi può accedere e quanto dura
Con la procedura di liquidazione del patrimonio puoi risolvere i tuoi problemi economici.
Nell’articolo ti spieghiamo come funziona, chi può accedervi e in che modo ti aiutiamo a ritrovare la tua serenità finanziaria.
Cosa si intende per procedura di liquidazione?
La procedura di liquidazione del patrimonio è un’opzione prevista dalla Legge 3/2012 per chi si trova in gravi difficoltà economiche.
Durante questo iter, il debitore mette a disposizione i propri beni e una parte del reddito per un periodo di tre anni.
Al termine di questo periodo, i debiti residui vengono annullati. Ad esempio, un debitore potrebbe cessare di pagare direttamente ai creditori e versare una quota del proprio reddito per tre anni, vendendo eventuali beni di valore come immobili, con il ricavato destinato alla liquidazione dei debiti.
Chi può accedere?
La procedura di liquidazione del patrimonio è accessibile a tutti, inclusi coloro con partita IVA o attività professionale.
Nello specifico è aperta ai debitori in situazioni di grave indebitamento o insolvenza, cioè coloro che non riescono a pagare tutti i propri debiti.
Tra i principali beneficiari ci sono i privati, i professionisti, i piccoli imprenditori e le aziende agricole, che non rientrano tra i soggetti fallibili.
Non possono invece accedere coloro che sono soggetti al fallimento, come le grandi imprese.
Come ti aiutiamo
Siamo consumatori come te, e comprendiamo perfettamente le tue difficoltà nel far valere i tuoi diritti. Siamo qui per ascoltarti e sollevarti da ogni preoccupazione.
Per farlo, ci impegniamo a:
- fornirti consulenza esperta e supporto durante tutto il processo di liquidazione
- assicurarti una gestione efficiente e trasparente delle tue risorse finanziarie
- rappresentarti con impegno e competenza di fronte ai creditori e alle autorità competenti.
Il nostro obiettivo è garantirti un percorso sicuro e ben guidato verso il recupero finanziario, mettendo a tua disposizione tutte le risorse necessarie per affrontare e superare questa fase difficoltosa.
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Quali sono i beni non compresi nella liquidazione
Secondo l’Art. 146 della legge sul sovraindebitamento alcuni beni non possono essere inclusi nella liquidazione giudiziale.
Questi sono:
- beni e diritti di natura strettamente personale
- assegni alimentari, stipendi, pensioni, salari e il reddito derivante dall’attività del debitore, limitati a quanto necessario per il mantenimento del debitore e della sua famiglia
- frutti derivanti dall’usufrutto legale sui beni dei figli, beni costituiti in fondo patrimoniale e i loro frutti, tranne nei casi previsti dall’articolo 170 del codice civile
- oggetti che per legge non possono essere pignorati.
Il giudice delegato, con un decreto motivato e sentiti il curatore e il comitato dei creditori, stabilisce i limiti per i beni indicati, tenendo conto della situazione personale del debitore e della sua famiglia.
Quanto dura la liquidazione del patrimonio
La liquidazione del patrimonio, secondo la normativa vigente, deve durare almeno tre anni. Questo significa che il tribunale di concordato non può accettare un piano di liquidazione che preveda di acquisire beni futuri per un periodo inferiore.
Inoltre, secondo l’articolo 272, comma 3, del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, il programma di liquidazione deve essere gestito in modo da garantire una durata ragionevole della procedura.
La Legge Pinto, nell’articolo 2, comma 2 bis, stabilisce generalmente che tre anni rappresentano il termine ragionevole per completare una liquidazione controllata.
La Corte ha confermato che non è accettabile l’idea di approvare piani di liquidazione che includano l’acquisizione di beni futuri del sovraindebitato solo per coprire i costi della procedura.
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