Sono tanti gli esempi di pubblicità ingannevole che vedono il consumatore sedotto e poi conquistato da grandi marchi, con il solo e unico scopo di condurlo verso l’acquisto di un prodotto non voluto  o del quale non avrebbe bisogno.

Con le nozze tra informatica e comunicazione, la pubblicità viaggia oggi sullo strumento più performante e maggiormente utilizzato dai produttori e dalle aziende per promuovere i propri prodotti. Difatti, prima in radio, poi in televisione ed ora attraverso Internet, i consumatori sono bombardati dalla pubblicità in una maniera spesso subdola, attuata attraverso stratagemmi di marketing e di neuro-marketing ben precisi.

Nell’articolo, a seguire, daremo indicazioni sulle tutele e sui rimedi da adottare nel caso in cui, anche tu sia stato coinvolto in casi di pubblicità ingannevole. Potremo fare ciò, anche a distanza, poiché Unione dei Consumatori vanta un sistema di comunicazioni e relazioni tali da avere acquisito una specializzazione nell’assistenza on line.

 

Esempi di pubblicità ingannevole: i provvedimenti del Garante

Si parla di pubblicità ingannevole per riferirsi a quel tipo di sponsorizzazione atta a veicolare un messaggio distorto o falsato, che è volto ad evidenziare caratteristiche del prodotto estremamente positive, di fatto inesistenti.

Tra gli esempi di pubblicità ingannevole più recenti ed eclatanti ricordiamo l’uovo privo di colesterolo, i siti che promettono voli o alberghi a tariffe ridotte ma inesistenti o ancora l’integratore che induce i consumatori a pensare che, con il suo utilizzo, si possano ottenere gli stessi benefici di  un intenso allenamento sportivo.

Sul sito dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, è possibile visionare tutti i provvedimenti emessi in relazione a pubblicità ingannevole e pratiche commerciali scorrette.

 

Esempi di pubblicità ingannevole: le forme di tutela

Il professionista o il consumatore che voglia tutelarsi dalla trappola della pubblicità ingannevole deve prima informarsi meglio, leggendo – in genere nella parte bassa del modulo di sottoscrizione dei dati – le clausole contenute. Queste, difatti, sono spesso scritte con l’impiego di caratteri di dimensioni più ridotte rispetto al resto del contenuto del documento.

In tale esemplificativo esempio, la denuncia delle anomalie all’Autorità è volta a segnalare, accertare e bloccare le pratiche commerciali scorrette e, per trasmetterla, si possono seguire diverse strade:

  • posta ordinaria;
  • fax;
  • modulo online.

Un dato molto importante è che non solo i consumatori privati, ma anche le imprese, le società o i liberi professionisti possono seguire queste modalità per portare alla luce casi di pubblicità ingannevole.

Esempi di pubblicità ingannevole: le sanzioni per i comportamenti ricorrenti

Nei casi in cui venga accertata la ricorrenza del comportamento scorretto, la prima azione posta in essere dall’Autorità è quella di diffidare i responsabili dal continuare. Le sanzioni variano dai 5.000,00 a 5.000.000,00 di euro, cifre che dipendono sia dalla gravità che dalla durata della pratica scorretta.

In particolare, quando i casi di pubblicità ingannevole riguardano prodotti di cui non si sia evidenziata la pericolosità oppure il loro essere potenzialmente lesivi della sicurezza dei minori, la sanzione è più severa e non è mai inferiore ai 50.000,00 euro.

 

Esempi di pubblicità ingannevole: cosa possiamo fare per te

Nei casi di pubblicità ingannevole e pratiche commerciali sleali e scorrette, Unione dei Consumatori – l’Associazione specializzata nell’assistenza on line – assiste e tutela i cittadini che hanno bisogno di un supporto.

Per ricevere informazioni e richiedere la nostra assistenza contattaci ai numeri 091 6190601 – 370 1220734 (solo whatsapp), ovvero invia un messaggio sul nostro form: un nostro consulente ti contatterà in breve tempo.