Vittime del dovere Polizia di Stato
Come ottenere il riconoscimento v
Il riconoscimento come vittima del dovere Polizia di Stato, nonostante sia un dovere dello Stato, molto spesso non rende giustizia a chi con coraggio ha difeso la collettività.
Per fortuna a tutto c’è rimedio e di fronte a un diniego ingiustificato siamo pronti a valutare gratuitamente il caso e far riconoscere i diritti negati.
Definizione di vittima del dovere nella Polizia di Stato
Le vittime del dovere Polizia di Stato – riconosciute con legge 27 ottobre 1973 n. 629 e legge 13 agosto 1980 n. 466 – sono coloro che hanno contratto infermità invalidanti o da cui è derivato il decesso, in occasione o a seguito di missioni di ogni natura, impiegati:
- nel contrasto ad ogni tipo di criminalità
- nello svolgimento di servizi di ordine pubblico
- nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari
- in operazioni di soccorso
- in attività di tutela della pubblica incolumità
- a causa di azioni recate nei loro confronti in contesti di impiego internazionale non aventi, necessariamente, caratteristiche di ostilità.
Di norma, quindi (e in tutti questi casi!), i soggetti dovrebbero ottenere il pieno ed automatico riconoscimento di questo status, cosa che purtroppo non avviene.
Cosa fare allora, considerato che arrendersi non risolve di certo?
Nessun problema: ti aiutiamo noi.
Quali sono i benefici che spettano alle vittime del dovere
Chi ottiene il riconoscimento dello status di vittima del dovere – oppure i suoi familiari – ha diritto a una serie di benefici economici e assistenziali stabiliti dalla normativa vigente. Tra le principali agevolazioni previste ci sono:
- Un indennizzo economico di circa 2.000 euro per ciascun punto percentuale di invalidità accertata (in caso di morte viene considerata l’invalidità al 100%);
- Un assegno mensile a vita, esentasse, qualora l’invalidità sia almeno del 25%;
- Il versamento di due annualità di pensione (comprensiva della tredicesima) a favore degli eredi;
- La possibilità di accedere a un servizio di supporto psicologico;
- La completa esenzione dal pagamento di cure mediche e farmaci.
Come otterrai il riconoscimento vittime del dovere
Partendo dalla fase iniziale del procedimento (raccolta della documentazione necessaria, come ordini e relazioni di servizio e certificazione sanitaria) ti seguiremo passo dopo passo fino alla presentazione dell’istanza.
Come associazione di consumatori siamo sempre in prima fila accanto ai cittadini, mettendo al loro servizio la nostra forza,
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Ciò perché, le tante sentenze ottenute dinanzi ai Tribunali di tutta Italia danno forza alla nostra convinzione: di fronte all’evidenza documentale comprovata, la giustizia alla fine trionfa!
Cosa faremo per te
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I vantaggi per te
- Valutiamo gratuitamente il tuo caso
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Il diritto comunitario e le tutela delle vittime del dovere
Il diritto comunitario riconosce la tutela delle vittime del dovere, stabilendo che il nesso causale tra infermità o decesso e il servizio prestato debba essere dimostrato con adeguata documentazione.
È prevista l’interdipendenza e la concausalità tra diverse cause, per cui la presenza di più fattori che contribuiscono al danno non preclude il riconoscimento dello status di vittima del dovere, qualora uno di essi sia direttamente legato all’attività lavorativa svolta.
Inoltre, in caso di esposizione ad agenti cancerogeni, anche chi non sia direttamente vittima ma solo “equiparato” al personale di polizia, può beneficiare degli stessi diritti e tutele, con il riconoscimento dello status di vittima del dovere per gli effetti derivanti da tale esposizione.
Vittime del dovere Polizia di Stato: i fattori di rischio
Le vittime del dovere appartenenti alla Polizia di Stato sono esposte a numerosi fattori di rischio legati alla natura del loro lavoro, che possono compromettere la salute.
Tra i principali pericoli vi sono l’esposizione al radon e all’uranio impoverito, entrambi associati a gravi malattie respiratorie e oncologiche.
I vaccini somministrati in ambito professionale, seppur necessari, possono comportare effetti collaterali dannosi, mentre l’amianto presente in vecchi edifici e strutture rappresenta un rischio costante di malattie polmonari e tumori.
Questi fattori richiedono un riconoscimento adeguato per tutelare i diritti di chi ha subito danni a causa del proprio servizio.
Discriminazione degli orfani non a carico fiscale
La Legge 466/1980 prevede una discriminazione nei confronti degli orfani non a carico fiscale, escludendoli da alcune tutele e benefici economici previsti per le vittime del dovere.
In base a questa normativa, infatti, solo gli orfani a carico fiscale del defunto possono accedere a determinati diritti, creando una disparità tra i figli che, pur essendo orfani di un pubblico ufficiale, non risultano fiscalmente a carico.
Tuttavia, è possibile eccepire l’illegittimità costituzionale di questa norma, in quanto contraria ai principi di uguaglianza e giustizia previsti dalla Costituzione italiana, che garantiscono la parità di trattamento per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro situazione fiscale.
Giudice competente per le controversie sullo status di vittima del dovere
Quando sorgono contestazioni riguardanti il riconoscimento dello status di vittima del dovere, la competenza a decidere spetta al giudice del lavoro. Sebbene i soggetti coinvolti siano spesso dipendenti pubblici o figure assimilate, la legge attribuisce loro (o ai familiari superstiti) un vero e proprio diritto soggettivo, e non un semplice interesse legittimo.
Questo implica che la Pubblica Amministrazione non può esercitare alcuna discrezionalità: è tenuta a riconoscere ed erogare i benefici previsti dalla legge quando sussistono i requisiti.
Poiché si tratta di un diritto di natura essenzialmente assistenziale, e non strettamente connesso al contratto di lavoro, la competenza giurisdizionale spetta al giudice ordinario, nello specifico nella sua funzione di giudice del lavoro e dell’assistenza sociale (come confermato dalla Cassazione, Sezioni Unite, sentenza n. 23300/2016).
Tempistiche per il riconoscimento dello status di vittima del dovere
La richiesta per ottenere il riconoscimento dello status può essere inoltrata dalla persona direttamente interessata, dai familiari superstiti, dal convivente oppure, in assenza di questi, da parenti prossimi anche se non conviventi.
La competenza per la valutazione della domanda varia in base alla categoria di appartenenza:
-
Ministero dell’Interno per appartenenti alle Forze di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale;
-
Ministero della Difesa per il personale militare non rientrante nelle categorie sopra indicate;
-
Dipartimento dei Vigili del Fuoco per i membri del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;
-
Amministrazione di appartenenza per gli altri dipendenti pubblici.
Nonostante alcune amministrazioni sostengano il contrario, non esiste un termine di prescrizione rigido per presentare la domanda.
Numerose pronunce giurisprudenziali hanno chiarito che è possibile fare richiesta anche dopo oltre 10 anni dall’evento, con riconoscimento retroattivo dei benefici a partire dalla data di presentazione dell’istanza.
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