Arriva la busta paga ma non lo stipendio
Cosa fare
Arriva la busta paga ma non lo stipendio e non sai come tutelarti da questa scorrettezza del tuo datore di lavoro?
Non preoccuparti, siamo qui per aiutarti. Continua a leggere per scoprire come possiamo fornirti l’assistenza legale necessaria per far valere i tuoi diritti.
Arriva la busta paga ma non lo stipendio: cosa fare
Se il datore di lavoro non paga lo stipendio, pur avendo consegnato la busta paga, il lavoratore può agire in diversi modi per tutelare il proprio diritto alla retribuzione:
Tra i principali strumenti a disposizione ecco i principali:
- Invio di una lettera di contestazione e messa in mora al datore di lavoro, per chiedere il pagamento
- Tentativo di conciliazione presso l’Ispettorato del Lavoro per risolvere la questione
- Se il problema persiste, si può inoltre procedere con un ricorso per decreto ingiuntivo per ottenere il pagamento attraverso un’azione legale.
In tutti questi casi, la busta paga ci servirà come prova del credito vantato nei confronti del datore di lavoro.
Come ti aiutiamo
Vantiamo un team di consulenti esperti e avvocati specializzati in materia pronti a difenderti.
Inviata la tua segnalazione:
- riceverai una mail di conferma da un dominio @unionedeiconsumatori.it (controlla la cartella spam o promozioni su gmail!)
- sarai richiamato da un nostro consulente che ti illustrerà tutti i passaggi della nostra assistenza
- otterrai il pagamento dello stipendio.
La nostra assistenza darà voce ai tuoi diritti.
Tutto ciò online e sgravandoti da ogni pensiero!
AFFIDATI A NOI
Di noi ti puoi fidare, perché possiamo provare ciò che promettiamo!
Cosa fare se non ti pagano lo stipendio: tentativo di conciliazione
Cosa fare se il titolare non paga lo stipendio? Prima di intraprendere azioni legali, puoi optare per una soluzione alternativa rivolgendoti all’Ispettorato Territoriale del Lavoro. Puoi chiedere l’avvio di una procedura di conciliazione, presentando una richiesta formale.
Durante questa procedura, i funzionari dell’Ispettorato cercheranno di trovare un accordo tra te e il datore di lavoro. Se la conciliazione ha esito positivo, verrà redatto un verbale che, se necessario, potrà includere una formula esecutiva, secondo l’art. 11, D.Lgs. n. 124/2004. Questo verbale diventa così un titolo esecutivo, permettendoti di intraprendere un’azione legale nel caso in cui il datore di lavoro non rispetti l’accordo raggiunto.
Inoltre, l’Ispettorato può applicare una sanzione amministrativa al datore di lavoro per il mancato o ritardato pagamento della busta paga, con multe che vanno da 150 a 900 euro, oltre al pagamento delle retribuzioni non corrisposte.
A chi rivolgersi se non ti pagano lo stipendio
Nel caso di stipendio non pagato, il primo passo è inviare al datore di lavoro una lettera formale di contestazione, in cui segnali il mancato pagamento. È importante che questa comunicazione venga inviata in modo da poter dimostrare la ricezione, come tramite Posta Elettronica Certificata (PEC), raccomandata con ricevuta di ritorno o consegna diretta.
Nel caso in cui, nonostante la lettera, il datore di lavoro non adempia al pagamento, la soluzione più rapida e diretta è avviare un’azione legale, presentando un ricorso per decreto ingiuntivo, che consente di ottenere il pagamento tramite l’intervento di un giudice.
Stipendio non pagato cosa fare: il ricorso per decreto ingiuntivo.
Se lo stipendio non viene pagato, il lavoratore può avviare un ricorso per decreto ingiuntivo. La busta paga, consegnata dal datore di lavoro, funge da prova documentale, come stabilito dall’art. 633 c.p.c., e consente di richiedere che il decreto ingiuntivo venga emesso con efficacia immediata (art. 642 c.p.c.), in quanto si tratta di un documento che attesta il credito del lavoratore.
Il decreto ingiuntivo è una decisione del giudice che ordina al datore di lavoro di pagare la somma dovuta entro 40 giorni. Nel decreto viene specificato che il datore di lavoro può opporsi entro lo stesso termine, e se non presenta opposizione, il lavoratore potrà avviare un’esecuzione forzata per il recupero delle somme.
Se il decreto è provvisoriamente esecutivo, il lavoratore può notificare un atto di precetto al datore di lavoro, intimando il pagamento entro 10 giorni. Se il datore di lavoro decide di opporsi, si aprirà un procedimento ordinario davanti al Giudice del Lavoro.
Il termine di prescrizione per i crediti relativi al lavoro è di cinque anni, come stabilito dall’art. 2948 c.c.
Possibilità di dimettersi per giusta causa senza preavviso
Se il datore di lavoro non paga lo stipendio, il lavoratore ha il diritto di interrompere il rapporto di lavoro senza dover rispettare il periodo di preavviso. Questo comportamento è considerato giustificato, in quanto il mancato pagamento costituisce un inadempimento grave da parte del datore di lavoro, come stabilito dall’art. 2119 c.c.
In questi casi, il lavoratore può accedere ai benefici legati alla disoccupazione, come stabilito dalle normative dell’INPS.
L’ipotesi del datore di lavoro insolvente: il fondo di garanzia dell’Inps.
Se il lavoratore ottiene un “titolo esecutivo” (come un decreto ingiuntivo non impugnato o un verbale di conciliazione dell’Ispettorato del Lavoro), ma il datore di lavoro non adempie agli obblighi di pagamento, è possibile avviare una procedura di esecuzione forzata per recuperare il credito. Tuttavia, potrebbe capitare che il datore di lavoro sia insolvente, senza risorse o beni per saldare il debito.
In tal caso, il lavoratore può fare ricorso al Fondo di Garanzia INPS, che prevede il rimborso delle ultime tre mensilità non pagate e del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), a condizione che vengano rispettate le modalità stabilite dalla legge.
Commenti