Stipendio non pagato cosa fare per tutelarsi
Come recuperarlo
Stipendio non pagato cosa fare per tutelarsi? Se sei ancora in attesa del versamento della retribuzione, è arrivato il momento di agire per recuperare l’importo.
Noi, come associazione che tutela i lavoratori, siamo pronti a far valere i tuoi diritti.
Stipendio non pagato cosa fare per tutelarsi
Il mancato versamento della retribuzione rappresenta uno degli inadempimenti più gravi degli obblighi contrattuali.
Proprio per questo motivo la legge ha previsto diversi strumenti a tutela del lavoratore per i casi in cui il datore di lavoro non paga lo stipendio.
Nello specifico, questi spaziano dalla possibilità di:
- inviare una diffida al datore di lavoro
- tentare una conciliazione
- proporre azioni legali più dirette, come il ricorso per decreto ingiuntivo.
In tutti questi casi, avvalersi dell’assistenza di esperti in diritto del lavoro può fare la differenza.
Per cui, se ti trovi in questa situazione, non esitare a chiedere supporto per tutelare i tuoi diritti.
Come ti aiutiamo
Vantiamo un team di consulenti esperti e avvocati specializzati in materia pronti a difenderti.
Inviata la tua segnalazione:
- riceverai una mail di conferma da un dominio @unionedeiconsumatori.it (controlla la cartella spam o promozioni su gmail!)
- sarai richiamato da un nostro consulente che ti illustrerà tutti i passaggi della nostra assistenza
- potrai recuperare l’importo dello stipendio non pagato.
Tutto ciò online e sgravandoti da ogni pensiero!
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Tentativo di conciliazione se non pagano lo stipendio
Un’opzione amministrativa per il lavoratore in caso di stipendio non pagato è quella di rivolgersi all’Ispettorato Territoriale del Lavoro competente, chiedendo l’avvio di una procedura di conciliazione.
Questo processo si svolge davanti ai funzionari dell’Ispettorato e, se ha esito favorevole, si conclude con la redazione di un verbale che può includere una formula esecutiva (art. 11, D.Lgs. n. 124/2004).
Ingiunzione di pagamento per stipendio non pagato
In ambito giudiziario, quando le aziende non pagano lo stipendio, una delle modalità più rapide ed efficaci per il lavoratore è presentare un ricorso per ingiunzione di pagamento al Tribunale competente, che agisce come giudice del lavoro. La busta paga, fornita dal datore di lavoro, può essere utilizzata come “prova scritta” ai fini della procedura (art. 633 c.p.c.) e costituire un titolo esecutivo provvisorio (art. 642 c.p.c.), dimostrando il diritto del lavoratore.
L’ingiunzione di pagamento è un ordine del giudice che intima al datore di lavoro di saldare il debito entro 40 giorni, con l’avvertimento che è possibile presentare opposizione nello stesso termine. In assenza di opposizione, il lavoratore può avviare l’esecuzione forzata.
Se il decreto ingiuntivo è emesso con formula esecutiva provvisoria, il lavoratore può procedere immediatamente con l’atto di precetto per ottenere il pagamento entro 10 giorni. Se il datore di lavoro oppone il decreto, si avvia un procedimento ordinario davanti al Giudice del Lavoro.
Le sanzioni per ritardo stipendio non pagato
La legge (art. 5 Legge n. 4/1953) stabilisce che la mancata o ritardata consegna della busta paga al lavoratore comporta per il datore di lavoro una sanzione amministrativa che va da un minimo di € 150,00 a un massimo di € 900,00. Questo importo si aggiunge all’obbligo di corrispondere le retribuzioni indicate nel cedolino.
Nel caso in cui il datore di lavoro persista in tale comportamento, le sanzioni aumentano. Se la violazione coinvolge almeno 5 dipendenti o un periodo di almeno 6 mesi, l’importo della sanzione va da € 600,00 a € 3.600,00. Se la violazione riguarda almeno 10 lavoratori o dura per almeno 12 mesi, la sanzione sale ulteriormente, da € 1.200,00 a € 7.200,00.
L’Ispettorato Territoriale del Lavoro è l’ente competente per l’applicazione di queste sanzioni amministrative.
Stipendio non pagato: ci si può rifiutare di lavorare?
In generale, se non pagano lo stipendio, è possibile rifiutarsi di lavorare.
Tuttavia, prima di intraprendere questa azione, è consigliabile sollecitare nuovamente il datore di lavoro a saldare quanto dovuto, avvisandolo che, in caso contrario, non si proseguirà con l’attività lavorativa.
È importante ricordare che, se il datore di lavoro dovesse fallire, l’indennità dovuta per l’insolvenza verrà riconosciuta solo per il lavoro effettivamente svolto.
Cosa fare se non ti pagano lo stipendio: Fondo di garanzia
Il pagamento dello stipendio e di altre somme maturate negli ultimi tre mesi di lavoro è tutelato dal Fondo di Garanzia, istituito dall’INPS.
Il Fondo interviene, su richiesta del lavoratore, quando l’azienda non è in grado di saldare la retribuzione, ad esempio se è coinvolta in procedure concorsuali come fallimento, liquidazione, liquidazione coatta amministrativa o amministrazione straordinaria.
Nel caso in cui l’azienda non sia sottoposta a queste procedure, il Fondo di Garanzia può essere attivato a seguito di un ricorso del lavoratore al tribunale e dopo un tentativo di esecuzione forzata non riuscito.
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