Phishing Intesa Sanpaolo
Come ottenere il rimborso
Hai subito un caso di phishing Intesa Sanpaolo e stai riscontrando difficoltà con la richiesta di rimborso?
Affidandoti a noi, potrai tutelare i tuoi diritti e recuperare i soldi ingiustamente sottratti a seguito della truffa subita.
Rimborso Phishing Intesa Sanpaolo: come ottenerlo
Quando si rimane vittime di episodi di phishing Intesa San Paolo, la prima azione utile è bloccare immediatamente la carta o il conto interessato e segnalare l’operazione non autorizzata all’istituto di credito, preferibilmente per iscritto.
Successivamente, è sempre importante procedere nel seguente modo:
- sporgere denuncia presso le autorità competenti, indicando le modalità del raggiro
- inviare reclamo formale alla banca, chiedendo il rimborso delle somme indebitamente sottratte.
In caso di mancata risposta entro i termini (30 giorni), ci si potrà rivolgere anche all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) o adire il giudice ordinario per recuperare le somme perse.
Come ti aiutiamo
Vantiamo un team di consulenti esperti e avvocati specializzati in materia pronti a difenderti.
Inviata la tua segnalazione:
- riceverai una mail di conferma da un dominio @unionedeiconsumatori.it (controlla la cartella spam o promozioni su gmail!)
- sarai richiamato da un nostro consulente che ti illustrerà tutti i passaggi della nostra assistenza
- potrai ottenere il rimborso di quanto sottratto a causa del Phishing Intesa Sanpaolo.
Tutto ciò online e sgravandoti da ogni pensiero!
AFFIDATI A NOI
Di noi ti puoi fidare, perché possiamo provare ciò che promettiamo!
Segnalazione phishing Intesa Sanpaolo
Il fenomeno dell’email phishing Intesa San Paolo ha colpito duramente anche i clienti di Intesa Sanpaolo, inducendo ignari utenti a fornire le proprie credenziali su siti fraudolenti o tramite SMS ingannevoli.
Il danno patrimoniale è spesso immediato e significativo, ma la responsabilità dell’istituto bancario non viene meno.
L’art. 10 del D.lgs. 11/2010 prevede espressamente l’obbligo per la banca di rimborsare l’utente vittima di operazioni non autorizzate, salvo prova di dolo o colpa grave del cliente.
Intesa San Paolo phishing: responsabilità della banca
La normativa europea recepita dal D.lgs. 11/2010 impone al prestatore di servizi di pagamento l’onere della prova in caso di operazione non autorizzata.
La semplice digitazione delle credenziali non è sufficiente per escludere la responsabilità della banca, che è tenuta ad adottare sistemi di autenticazione forti e a prevenire accessi fraudolenti.
È stato escluso l’addebito al cliente anche in presenza di SMS OTP, quando inviati da numeri apparentemente genuini.
Tentativo di phishing Intesa San Paolo: normativa
La giurisprudenza tende a limitare fortemente l’ambito della “colpa grave” del cliente, ritenendo tale condotta solo quella macroscopicamente negligente.
Ad esempio, la mera apertura di un SMS apparentemente riconducibile alla banca o l’inserimento di credenziali su un sito simile a quello istituzionale non costituiscono, di per sé, colpa grave.
Tutela giudiziale e alternativa
Il ricorso all’ABF si presenta come via efficace, gratuita e rapida: l’Arbitro ha più volte condannato Intesa Sanpaolo al rimborso delle somme sottratte per phishing, riconoscendo l’inadeguatezza dei sistemi di sicurezza adottati.
In alternativa, il cliente può agire giudizialmente ex art. 1218 c.c., invocando l’inadempimento dell’obbligazione di custodia e sicurezza da parte dell’istituto.
Commenti