Nei meandri del web, esiste un fenomeno noto come “dark pattern” che merita di essere compreso e analizzato. Ma che cosa sono esattamente i dark pattern e a cosa servono?

I dark pattern sono strategie di design utilizzate da siti web e applicazioni per influenzare il comportamento degli utenti in modo sottile ma manipolativo. Queste tecniche vengono impiegate per spingere gli utenti a compiere azioni che potrebbero non voler fare o a prendere decisioni che potrebbero non essere nella loro migliore intenzione.

 

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Esempi di dark pattern

Un esempio comune di dark pattern è la “scarsità artificiale”, in cui un sito web mostra un numero limitato di prodotti disponibili o una scadenza imminente per un’offerta speciale, al fine di creare un senso di urgenza e spingere gli utenti ad agire in fretta senza valutare attentamente le loro scelte.

Un altro esempio è il “trick questions” o le domande trabocchetto. In questo caso, vengono poste domande ambigue o confuse agli utenti al momento del checkout, con l’obiettivo di farli selezionare opzioni indesiderate o abbonamenti non voluti.

I dark pattern possono essere utilizzati anche per la raccolta dei dati personali, ad esempio attraverso impostazioni predefinite che consentono la condivisione delle informazioni di un utente senza il suo consenso esplicito.

È importante essere consapevoli dei dark pattern e delle loro implicazioni. Gli utenti devono essere in grado di prendere decisioni informate e autonome sulla base delle proprie esigenze e preferenze, senza essere manipolati da tecniche ingannevoli.

Per contrastare i dark pattern, è necessaria una regolamentazione più rigorosa e un maggiore impegno da parte delle aziende per adottare pratiche di design etiche e trasparenti. Solo così sarà possibile garantire un’esperienza digitale più equa e rispettosa degli utenti.

 

Quali sono le sei categorie di dark pattern più diffuse

I dark pattern sono delle strategie di progettazione che vengono utilizzate per influenzare il comportamento degli utenti in modo da ottenere benefici per l’azienda o l’organizzazione, a discapito dell’utente stesso. Queste pratiche sono spesso considerate manipolative e ingannevoli, poiché cercano di sfruttare la psicologia umana per indurre gli utenti a compiere azioni che potrebbero non voler fare consapevolmente.

Esistono diverse categorie di dark pattern, ognuna delle quali mira a raggiungere un obiettivo specifico. Ecco le sei categorie più diffuse:

  1. Obbligare l’utente: questa categoria include strategie come i messaggi di errore ambigui o confusi, che spingono l’utente a compiere azioni indesiderate o a fornire informazioni personali senza renderse neanche conto.
  2. Inganno: in questa categoria rientrano le pratiche come la creazione di scarse opzioni di annullamento o di rinuncia, che costringono gli utenti ad accettare termini e condizioni sfavorevoli o ad acquistare prodotti/servizi non desiderati.
  3. Nascondere informazioni: qui si includono tattiche come la presentazione selettiva delle informazioni, in cui vengono mostrate solo alcune parti del contenuto, tralasciando dettagli importanti o prezzi nascosti.
  4. Conferma ambigua: questa categoria comprende le strategie che rendono difficile per gli utenti annullare un’azione già avviata o che confondono le opzioni di conferma, portando gli utenti a compiere azioni indesiderate.
  5. Prezzo oscuro: in questa categoria rientrano le pratiche che mostrano prezzi ingannevoli o nascondono costi extra, inducendo gli utenti a spendere più denaro di quanto inizialmente previsto.
  6. Invasione della privacy: qui si includono tattiche come la raccolta e l’utilizzo non autorizzati di dati personali, che violano la privacy degli utenti senza il loro consenso.

È importante essere consapevoli della presenza di questi dark pattern e proteggere la propria privacy e i propri interessi online.

 

Alcune pronunce rilevanti in materia di trasparenza

Negli ultimi anni, la trasparenza è diventata un tema di grande rilevanza in diversi settori, compreso quello digitale. In particolare, sono state introdotte alcune pronunce rilevanti in materia di trasparenza che mirano a contrastare l’utilizzo di “dark pattern“.

In risposta a questa problematica, varie autorità hanno adottato misure per promuovere la trasparenza e limitare il loro utilizzo. Ad esempio, l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ha pubblicato delle linee guida che impongono alle aziende di fornire informazioni chiare e comprensibili agli utenti riguardo l’utilizzo dei loro dati personali.

Allo stesso modo, l’Unione Europea ha introdotto il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), che richiede alle aziende di ottenere il consenso esplicito degli utenti prima di raccogliere e utilizzare i loro dati personali. Questo regolamento mira a garantire che gli utenti siano pienamente informati sulle finalità e sulle modalità dell’utilizzo dei loro dati.

In conclusione, le pronunce rilevanti in materia di trasparenza rappresentano un passo importante nel contrastare l’utilizzo dei dark pattern e nell’assicurare una maggiore tutela degli utenti online. Queste misure mirano a garantire che le informazioni siano presentate in modo chiaro e comprensibile, consentendo agli utenti di prendere decisioni consapevoli e informate riguardo all’utilizzo dei propri dati personali.

 

– Dark pattern e trasparenza della pubblicità online: il sistema normativo UE entra in una nuova fase

Il sistema normativo dell’Unione Europea riguardante la trasparenza della pubblicità online sta entrando in una nuova fase, in risposta alle preoccupazioni crescenti riguardo all’uso dei “dark pattern“. L’Unione Europea ha riconosciuto la necessità di affrontare questo problema e ha adottato misure per garantire una maggiore trasparenza nella pubblicità online.

Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) è già in vigore ed è stato introdotto il Regolamento sulla Protezione della Privacy e le Comunicazioni Elettroniche (ePrivacy Regulation) per affrontare specificamente le questioni relative alla pubblicità online.

Questi regolamenti impongono alle aziende di ottenere il consenso esplicito degli utenti prima di utilizzare i loro dati personali per scopi pubblicitari. Inoltre, devono fornire informazioni chiare e trasparenti sulle modalità di utilizzo dei dati e dare agli utenti la possibilità di revocare il consenso in qualsiasi momento.

La nuova fase del sistema normativo dell’UE si concentrerà sulla creazione di meccanismi più efficaci per garantire la conformità delle aziende alle regole sulla trasparenza della pubblicità online. Ciò potrebbe includere l’introduzione di sanzioni più severe per le violazioni e una maggiore supervisione da parte delle autorità di regolamentazione.