Vishing rimborso
Cosa fare per ottenerlo
Quando si parla di vishing rimborso, ci si riferisce a quei casi in cui una vittima di tale truffa vuole ottenere la restituzione delle somme sottratte.
Se anche tu stai cercando aiuto per recuperare i tuoi soldi, noi sappiamo come far valere i tuoi diritti e richiedere un rimborso alla banca.
Vishing rimborso: come ottenerlo
Quando si rimane vittime di frodi come il Vishing, per richiedere ed ottenere il rimborso, è bene seguire delle specifiche procedure.
Il primo passo è denunciare immediatamente l’accaduto alle Autorità competenti (Polizia Postale o Carabinieri) e alla propria banca.
È fondamentale chiedere formalmente alla banca l’annullamento dell’operazione fraudolenta e il rimborso degli importi sottratti.
La banca dovrà fornire riscontro entro tempi celeri, ma in caso di problemi non devi preoccuparti.
Pensiamo noi a fare reclamo per farti recuperare quanto ti hanno ingiustamente sottratto.
Come ti aiutiamo
Vantiamo un team di consulenti esperti e avvocati specializzati in materia pronti a difenderti.
Inviata la tua segnalazione:
- riceverai una mail di conferma da un dominio @unionedeiconsumatori.it (controlla la cartella spam o promozioni su gmail!)
- sarai richiamato da un nostro consulente che ti illustrerà tutti i passaggi della nostra assistenza
- potrai ottenere il rimborso delle somme sottratte a seguito di Vishing.
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Vishing rimborso: come difendersi
Il vishing, forma di truffa telefonica in cui l’autore si finge operatore bancario o istituzionale per carpire informazioni riservate, è in crescita esponenziale.
Le vittime si ritrovano spesso a subire addebiti indebiti o trasferimenti di denaro non autorizzati. Tuttavia, chi subisce tali truffe non è privo di strumenti giuridici per ottenere tutela e ristoro economico.
Secondo la normativa vigente, in particolare il D.lgs. n. 11/2010 che recepisce la Direttiva europea sui servizi di pagamento, il cliente ha diritto al rimborso in caso di operazioni non autorizzate, a meno che l’intermediario finanziario non dimostri una grave negligenza da parte dell’utente.
In molte situazioni, anche se la vittima ha comunicato dati sensibili, il comportamento dell’istituto di credito può essere considerato inadeguato rispetto agli obblighi di sicurezza, vigilanza e prevenzione.
È quindi fondamentale:
- Conservare ogni prova utile: registrazioni, screenshot, e-mail e cronologia delle chiamate
- Bloccare tempestivamente la carta o l’accesso al conto, non appena ci si accorge dell’anomalia
- Segnalare l’accaduto alla banca per iscritto, chiedendo formalmente il rimborso
- Presentare un reclamo all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), se la banca nega il rimborso senza giustificazioni valide.
Richiedi l’assistenza di un nostro legale per far valere i tuoi diritti in sede stragiudiziale o giudiziale.
Prova dell’autenticazione e responsabilità della banca
In caso di operazioni di pagamento non autorizzate, spetta all’intermediario dimostrare che l’operazione sia stata eseguita correttamente, che sia stata autenticata, registrata e contabilizzata, e che i propri sistemi non abbiano subito malfunzionamenti o accessi non autorizzati.
Questa responsabilità probatoria è fondamentale: la banca non può limitarsi a sostenere che l’operazione è avvenuta regolarmente, ma deve fornire evidenze tecniche e documentali che provino l’effettiva volontà dell’utente di eseguire la transazione. In assenza di tale prova, la responsabilità non può ricadere sul cliente, il quale ha diritto al rimborso immediato dell’importo sottratto.
Numerose decisioni dell’ABF (Arbitro Bancario Finanziario) hanno ribadito con coerenza questo principio, affermando che la semplice digitazione di un codice OTP o la registrazione dell’accesso al sistema non è sufficiente, da sola, a dimostrare la responsabilità dell’utente, soprattutto quando il contesto evidenzia una dinamica fraudolenta come nel caso del vishing.
L’intermediario, pertanto, è tenuto ad adottare misure tecniche adeguate a garantire la sicurezza delle operazioni e, in caso di violazione, risponde per non aver prevenuto efficacemente il rischio di frodi.
Cosa fare se la banca nega il rimborso
Se la richiesta di rimborso viene rigettata, l’utente può attivare un reclamo scritto alla banca. In caso di esito negativo o mancata risposta entro 60 giorni, è possibile presentare ricorso all’ABF, gratuitamente e senza assistenza legale obbligatoria.
L’ABF si è spesso pronunciato a favore dei clienti truffati da vishing, ritenendo che non si possa esigere dal consumatore una capacità di discernimento superiore a quella media.
Tutela rafforzata del consumatore
La Direttiva (UE) 2015/2366 (PSD2), recepita in Italia, ha rafforzato i diritti degli utenti dei servizi di pagamento, imponendo obblighi di sicurezza e trasparenza agli operatori.
In aggiunta, il Codice del Consumo impone agli operatori di fornire servizi sicuri e conformi ai legittimi interessi dei consumatori, inclusa la protezione da condotte fraudolente.
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