Hai problemi con il divieto di concorrenza e non sai come risolverli?

In questo articolo ti chiariamo i principali aspetti che caratterizzano il divieto.

Scoprirai quale differenza corre con il patto di concorrenza, qual è la disciplina prevista dal Codice civile e il suo funzionamento in base alla tua posizione all’interno dell’azienda.

Nel caso in cui tu stia riscontrando delle problematiche, quali tra tutte il licenziamento per mancato rispetto del divieto, non esitare a contattarci.

Un nostro avvocato esperto in materia saprà come risolvere il tuo problema.

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INDICE

Cos’è il divieto di concorrenza

L’art. 2125 c.c. regola il cosiddetto patto di non concorrenza (o divieto di concorrenza), cioè una clausola contrattuale che impedisce ad un dipendente di lavorare in un’azienda simile a quella per cui ha lavorato in precedenza.

Questo obbligo opera dalla cessazione del rapporto di lavoro, differenziandosi, in tal senso, dall’obbligo di non concorrenza che è accessorio rispetto all’obbligo principale della prestazione. L’obbligo di non concorrenza, dunque, opera nel corso del rapporto e per la sua durata.

Tale divieto può essere applicato però solo se è proporzionato e limitato nel tempo e nello spazio. Inoltre, l’utilizzo del suddetto patto consente di proteggere:

  • i segreti commerciali
  • le strategie aziendali
  • la clientela dell’azienda da cui il dipendente proviene.

La durata del divieto varia in base al tipo di lavoro svolto dal dipendente e alla durata del suo rapporto con l’azienda precedente. Inoltre, il divieto può essere limitato a un particolare territorio o ambito di attività.

Un divieto di concorrenza adeguatamente formulato può contribuire a evitare situazioni potenzialmente conflittuali tra l’azienda attuale e quella precedente.

 

Attenzione

Prima di firmare un contratto che include un divieto, è consigliabile leggere attentamente tutti i dettagli per assicurarsi che non si violino i propri diritti.

Il divieto di concorrenza, definizione e caratteri

Il patto di non concorrenza è un accordo in forma scritta, ai fini della sua validità. Si tratta di una forma di protezione commerciale che può essere utilizzata da un’impresa per proteggere la propria posizione rispetto ad un competitor.

Lo scopo principale di tale patto è quello di impedire ai competitor, attraverso un ex dipendente di un’altra impresa di acquisire e quindi sfruttare le informazioni riservate dell’altra o di entrare in una competizione diretta. Si tratta comunque di un accordo che vincola le parti per un periodo determinatocome un qualsiasi rapporto contrattuale, e dunque non permanente.

In generale, i divieti di concorrenza devono avere alcune caratteristiche fondamentali perché siano validi ed efficaci, devono essere:

  • scritti e contenere tutti i dettagli necessari circa le aree geografiche e gli ambiti in cui si applicano
  • limitati nel tempo e nell’oggetto e cioè nell’attività di concorrenza vietata
  • equilibrati e giustificati
  • ragionevoli.

 

Quanto dura il divieto di concorrenza?

Un divieto di concorrenza può durare da diversi mesi fino a diversi anni. In generale, la durata dipende sia dal contratto tra le parti che dalla legislazione applicabile.

Occorre precisare che la durata massima è di 3 anni, e 5 per i dirigenti. Quando viene stabilito un termine superiore, quest’ultimo deve essere conforme ai limiti legislativi (in questo caso viene ricondotto alla durata legale di 3 o 5).

 

Ricorda

Un divieto di concorrenza nelle società di persone è fondamentale per garantire che le informazioni riservate della società rimangano tali.

La presenza di questa clausola nell’accordo tra i partner è quindi essenziale per mantenere l’integrità della società e assicurare che tutti i membri traggano beneficio dall’attività

 

Dispositivo dell’art. 2557 sul divieto di concorrenza

Diverso è il dispositivo sul divieto di concorrenza, che pone un divieto riguardante non il rapporto tra datore e lavoratore ma la cessione dell’azienda e i rapporti tra imprenditori concorrenti.

Nello specifico, il comma 1 dell’art.2557 c.c. dispone che colui che aliena l’azienda si deve astenere, per il periodo di cinque anni dal trasferimento, dall’iniziare un’altra impresa che per l’oggetto, l’ubicazione o altre circostanze sia idonea a sviare la clientela dell’azienda ceduta.

Si tratta di un divieto legale al quale si può aggiungere, per effetto del comma 2 e del comma 3 della stessa norma, un patto volontario di non concorrenza.

 

Lo scopo del divieto concorrenza

Il divieto di concorrenza ha lo scopo di prevenire la competizione tra i dipendenti in uscita e l’azienda da cui ci si è appena dimessi.

Il divieto, a seconda della volontà dell’impresa, può includere:

  • la proibizione di lavorare con una società che concorra con la precedente
  • limitare le informazioni che possono essere condivise (circostanza quest’ultima riferibile all’obbligo di riservatezza a tutela dei segreti aziendali, noti dal dipendente in ragione della mansione svolta).

Lo scopo è quello di proteggere gli interessi commerciali dell’azienda e assicurare che non vengano rivelate informazioni riservate.

 

disdetta Fastweb

Nota bene

Anche se il divieto di concorrenza può avere alcuni vantaggi come la protezione della propria attività, ci sono anche dei rischi.

Ad esempio, se il divieto è troppo ampio o non correttamente scritto, può essere facilmente dichiarato nullo da un tribunale.

 

Violazione del divieto per socio S.r.l.

È importante sottolineare che la violazione del divieto di concorrenza nelle S.r.l. è una grave infrazione alla legge italiana.

Se un socio della S.r.l. partecipa in modo attivo o passivo a un’impresa concorrente, quella persona rischia di essere punita. Le conseguenze possono essere spiacevoli, poiché sono previste sanzioni amministrative e penali tra cui:

  • l’obbligo di pagamento di un’ammenda;
  • la revoca della carica sociale o la sospensione del contratto di lavoro.

Inoltre, se il socio viola il divieto c’è anche il rischio che venga chiesto il risarcimento dei danni subiti dalla S.r.l., come i mancati introiti derivanti da eventuali clienti persi a causa della violazione da parte del socio.

Pertanto, è necessario che tutti i soci della S.r.l comprendano l’importanza e le conseguenze legali che ne derivano se si viola il divieto di concorrenza ex socio srl.

 

Divieto in cessione e affitto azienda

La cessione e l’affitto di azienda sono due operazioni molto complesse che implicano la trasmissione di diritti e obblighi da un soggetto all’altro. Per questo motivo, è fondamentale introdurre una clausola di divieto di concorrenza volta ad impedire che l’alienante possa costituire una nuova impresa competitor con quella ceduta, di modo tale da sviarne la clientela.

Il divieto può essere considerato come:

  • condizione necessaria per la conclusione dell’accordo
  • una clausola aggiuntiva.

In ogni caso, è importante stabilire un periodo limitato durante il quale tale divieto ha effetto, in modo da evitare che l’acquirente o affittuario possano essere troppo vincolati dal contratto. Difatti, il patto non potrà superare il limite di 3 anni.

Inoltre è necessario definire chiaramente gli ambiti nei quali si applica questo divieto, ad esempio:

  • lo sfruttamento del marchio commerciale del venditore/locatore
  • l’utilizzo della clientela acquisita dallo stesso
  • l’impiego di dipendenti precedentemente assunti.

Tale divieto deve anche essere limitato geograficamente in modo da non pregiudicare gli interessi del venditore/locatore su scala nazionale e internazionale.

È possibile stabilire una penale in caso di violazione del divieto da parte dell’acquirente/affittuario in modo da garantire che quest’ultimo rispetti le disposizioni contenute nell’accordo e rafforzarne la validità del patto.

Si raccomanda, inoltre, di inserire nel contratto un meccanismo di risoluzione delle controversie finalizzato a risolvere eventuali questioni legate al mancato rispetto della clausola.

In conclusione, il divieto di concorrenza nella cessione e affitto di azienda rappresenta un elemento essenziale per garantire le parti interessate in questo tipo di contratto. È, quindi, importante prevedere una clausola di divieto di concorrenza chiara ed esaustiva in modo da tutelare gli interessi di entrambe le parti.

 

Divieto di concorrenza nelle società di persone

Le società di persone sono un tipo di impresa formata da un gruppo di persone che si impegnano a lavorare insieme per raggiungere un obiettivo comune. Nel caso di una società di persone, la legge prevede un divieto di concorrenza tra i suoi membri.

Questa previsione subisce due eccezioni:

  • il primo caso afferisce all’ipotesi di consenso degli altri soci
  • il secondo caso fa riferimento all’ipotesi in cui l’attività in concorrenza fosse preesistente alla nascita della società (in tal caso, il consenso è presunto, salvo prova contraria).

Quando si prevede l’applicazione del divieto, invece, gli associati non potranno competere con la società stessa o con altri membri della società. Ciò è importante perché aiuta a preservare l’integrità della società e assicura che tutti i membri ricevano la loro parte appropriata del profitto.

Un divieto di concorrenza per le società di persone può essere definito in diversi modi.

Un modo è aggiungere una clausola all’accordo tra i partner in cui tutti sono d’accordo a non entrare nella stessa area d’affari in cui opera la società, sia individualmente o come parte di un altro gruppo. Questa clausola è spesso vincolante solo per il periodo in cui il socio è parte della società; tuttavia, alcuni accordi includono anche un periodo dopo che il socio ha lasciato la società.

Inoltre, alcuni accordi prevedono anche un divieto di divulgazione delle informazioni riservate acquisite durante la collaborazione con la società.

 

Ricorda

Un divieto di concorrenza nelle società di persone è fondamentale per garantire che le informazioni riservate della società rimangano tali.

La presenza di questa clausola nell’accordo tra i partner è quindi essenziale per mantenere l’integrità della società e assicurare che tutti i membri traggano beneficio dall’attività.

 

Obbligo di fedeltà del dipendente e divieto di concorrenza sleale

Occorre osservare che in capo al lavoratore dipendente può sorgere un diverso obbligo consistente nel mantenere la fedeltà nei confronti del datore di lavoro, in particolare quando si tratta di divieto di concorrenza sleale, il quale contiene specifici obblighi che sono da tenere distinti dal divieto.

Infatti, Il divieto di concorrenza impone al dipendente di non esercitare attività in competizione con quella dell’azienda per la quale lavora, né di cedere informazioni riservate o comunque utili alla stessa.

Il divieto generalmente è valido per tutta la durata del rapporto lavorativo e si estingue con la cessazione del rapporto di lavoro, salvo il patto di non concorrenza.

Inoltre, per un periodo determinato anche dopo la fine del rapporto, il dipendente non può assumere il medesimo o simili incarichi presso aziende concorrenti o clienti della propria azienda precedente.

La violazione del divieto comporta gravi conseguenze, tra cui l’obbligo al risarcimento dei danni e l’addebito alle spese legali.

Per queste ragioni, i datori di lavoro devono assicurarsi che i propri dipendenti siano consapevoli degli obblighi previsti dal divieto di concorrenza e che ne siano pienamente informati.

 

– Lettera di licenziamento per violazione obbligo di fedeltà del lavoratore dipendente

Caro/a [nome del dipendente],

Con la presente ti comunichiamo che il tuo rapporto di lavoro è stato interrotto a causa della tua violazione del tuo obbligo di fedeltà come dipendente.

Secondo le nostre regole aziendali, è severamente vietato ai dipendenti partecipare a qualsiasi iniziativa che sia in concorrenza diretta con la nostra attività. Purtroppo hai violato questa disposizione, motivo per cui abbiamo deciso di licenziarti.

Ti ricordiamo che sei tenuto a rispettare i termini dell’accordo di riservatezza firmato al momento del tuo ingresso in azienda. Inoltre, dovrai restituire tutti i beni dell’azienda in tuo possesso entro una settimana dal ricevimento di questa lettera.

Ti auguriamo tutto il meglio per il futuro e ringraziamo per il servizio fornito durante il tuo periodo di lavoro presso di noi.

Cordialmente,

[il nome dell’azienda]