Impugnazione del licenziamento
Termini e modalità di opposizione
Con l’impugnazione del licenziamento il lavoratore si oppone alla scelta del datore di lavoro di rimuoverlo dall’azienda, indicando i motivi nella notifica scritta di cessazione del rapporto.
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INDICE
Come impugnare un licenziamento
Per impugnare il licenziamento occorre presentare una contestazione scritta.
Deve trattarsi di un documento redatto e firmato dal lavoratore e che può essere inviato mediante raccomandata con avviso di ricevimento o tramite posta elettronica certificata (PEC).
Nel caso della PEC, è necessario utilizzare la firma e l’autenticazione digitale della firma presente sulla procura (che deve essere allegata alla lettera di contestazione del licenziamento e inviata contemporaneamente).
Il termine di impugnazione del licenziamento
Il termine per impugnare il licenziamento è di 60 giorni dalla notifica della comunicazione da parte del lavoratore.
Nei successivi 180 giorni sarà obbligatorio presentare il ricorso presso il Tribunale competente.
In caso di tentativo di conciliazione (art.410 c.p.c.), dinanzi alla commissione presso l’Ispettorato del Lavoro, il termine per depositare il ricorso è di 60 giorni.
Questo decorre dalla conclusione della conciliazione o dalla ricezione del rifiuto del datore di lavoro di aderire alla procedura.
Si tratta di termini perentori che se scadono rendono non più impugnabile il licenziamento.
Invece, il licenziamento verbale (senza forma scritta) è nullo e impugnabile a prescindere dai termini di legge.
Come ti aiutiamo a fare ricorso per licenziamento illegittimo
Se hai subito un licenziamento che ritieni illegittimo, noi possiamo aiutarti.
Ti basta fare una segnalazione compilando il form sottostante.
Sarai ricontatto da un nostro avvocato esperto in diritto del lavoro che valuterà il tuo caso e che ti assisterà nella procedura di opposizione.
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Cosa dicono di noi
Quando si può tentare la conciliazione?
Prima di optare per l’azione legale per l’opposizione al licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo, il lavoratore può richiedere una mediazione, in modo da raggiungere un accordo con il datore di lavoro.
La mediazione, in generale, può anche avvenire all’interno del procedimento giudiziario, fin dalla prima udienza in cui le parti compariranno, eventualmente con l’aiuto del giudice, il quale cercherà di facilitare un accordo.
È possibile revocare il licenziamento?
Dopo aver ricevuto la lettera di contestazione del licenziamento, il datore di lavoro ha la possibilità, entro 15 giorni, di annullare unilateralmente il licenziamento, riconoscendo eventuali errori e invitando il lavoratore a tornare a svolgere le sue mansioni.
Tuttavia, dopo il periodo di 15 giorni, la revoca non può più avvenire in modo unilaterale dal datore.
Potrebbe, però, essere revocato solo attraverso un accordo che deve essere concordato tra il lavoratore e il datore di lavoro.
Si può impugnare una sentenza favorevole o sfavorevole al lavoratore?
A seguito della presentazione di un ricorso per impugnazione licenziamento che si conclude con una sentenza favorevole o sfavorevole per il lavoratore o il datore di lavoro, il procedimento legale può continuare per altri due gradi di giudizio (appello e cassazione).
In queste circostanze, le parti possono valutare se è conveniente procedere ulteriormente con la causa, oppure se considerare un accordo giudiziale o la mediazione.
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