Cos’è l’errore diagnostico
Spetta il risarcimento
Hai subito un errore diagnostico con conseguenze gravi? Ti spetta un risarcimento danni.
E se vuoi ottenerlo, potrai farlo con la nostra assistenza specializzata nel campo della malasanità.
Conosciamo bene la materia e abbiamo gli strumenti necessari per tutelarti.
Risarcimento errata diagnosi medica: come ottenerlo
Le azioni che possono essere avviate per richiedere un risarcimento da errata diagnosi medica sono diverse.
E’ possibile, infatti agire nei seguenti modi:
- presentare un reclamo presso l’ente sanitario o l’ospedale presso il quale si è subito il danno, per cercare di ottenere una compensazione
- in seconda istanza, optare per una causa civile, se le negoziazioni non hanno avuto un esito soddisfacente.
Per ottenere il risarcimento, è essenziale dimostrare la colpa del medico o della struttura sanitaria. È un processo delicato, che richiede prove mediche, perizie tecniche e competenze legali specifiche.
Il nostro team legale ti guiderà in ogni fase, valutando attentamente la situazione e aiutandoti a ottenere il risarcimento che ti spetta per l’errore subito.
Come ti aiutiamo
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Inviata la tua segnalazione:
- riceverai una mail di conferma dal dominio @unionedeiconsumatori.it (controlla la cartella spam o promozioni su gmail!)
- sarai richiamato da un nostro consulente dedicato, per chiarire eventuali tuoi dubbi e prendere in carico il tuo caso
- otterrai il risarcimento che meriti.
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Cos’è l’errore diagnostico
L’errore diagnostico si configura quando il medico non individua correttamente la patologia del paziente o non lo sottopone a tutti quegli esami necessari a definirne correttamente il quadro clinico.
Non meno importante è l’ipotesi in cui il sanitario mantenga la medesima diagnosi nonostante i sospetti che la sintomatologia suggerisce una diversa malattia.
Da questa condotta negligente del medico possono derivare conseguenze negative per il paziente sia di natura fisica che psicologica.
Per tale motivo sorge il diritto dell’ammalato ad ottenere un risarcimento per malasanità.
Chi è responsabile per gli errori diagnostici
In caso di diagnosi sbagliata occorre individuare il soggetto responsabile dell’errore medico, ovvero capire se la colpa ricade sul medico o sulla struttura sanitaria.
I medici sono sempre tenuti ad operare nel rispetto delle linee guida fissate dalla comunità medica, e devono possedere la competenza professionale adeguata alla loro specializzazione.
Devono impegnarsi nello svolgimento delle diagnosi accurate basate su informazioni complete e fornire la documentazione di quanto eseguito (diagnosi, prescrizioni, trattamenti).
Per quel che riguarda le strutture sanitarie, la responsabilità riguarda la sorveglianza dell’operato di tutto il personale medico e infermieristico.
Individuato il soggetto responsabile potremo dare seguito alla procedura per richiedere un risarcimento dei danni.
La quantificazione del risarcimento errata diagnosi
Per quantificare i danni da errata diagnosi subiti, occorre prendere in considerazione tutti i risvolti negativi della vicenda:
- la lesione biologica
- la sofferenza interiore
- eventuali infezioni ospedaliere insorte
- i cambiamenti indotti nel vivere quotidiano, rispetto cioè alle attività abituali che non è più possibile fare o a cui si è stati costretti a rinunciare.
Inoltre, bisogna considerare anche gli esborsi e i mancati guadagni subiti per via dell’errore, nonché il danno alla capacità lavorativa.
Per ottenere il risarcimento, è infine necessario che la lesione sia grave e non trascurabile.
La richiesta dovrà essere rivolta:
- alla struttura sanitaria, pubblica o privata, a cui ci si è rivolti e presso cui il medico ha effettuato l’attività
- direttamente al medico, autore dell’errore.
Proprio per la complessità delle attività da svolgere, ti consigliamo di affidarti alla competenza di un nostro avvocato esperto in materia. Sarà più semplice provare la responsabilità medica ed ottenere la somma reale che ti spetta.
Quali sono gli errori di diagnosi più diffusi
L’errata diagnosi si ha quando il medico:
- attesta una patologia diversa da quella effettiva
- accerta l’inesistenza di una patologia che invece esiste
- diagnostica una patologia che in realtà non c’è
- ritarda colpevolmente la diagnosi.
Cosa sono i casi di diagnosi sbagliate
L’errata diagnosi può discendere dal mancato utilizzo del criterio della diagnosi differenziale da parte del sanitario.
Si tratta di un procedimento che tende a distinguere tra patologie che possono presentare sintomi e aspetti simili, consentendo di analizzare in maniera precisa ogni aspetto relativo alla salute del paziente, evitando possibili errori di valutazione.
Le valutazioni vengono compiute:
- sull’evidenza attuale e dei dati emersi (anamnesi, esami obiettivi e di laboratorio)
- sulla base di statistiche e dell’esperienza del medico coinvolto.
In pratica, quando il medico si trova di fronte ad una sintomatologia idonea a formulare più ipotesi individua le possibili strade per non escludere che si possa trattare, in presenza di sintomi simili, di un’altra patologia, magari più grave e più pericolosa per la salute del paziente.
Errata diagnosi medica: quali danni possono essere risarciti
Un’errata diagnosi medica può avere conseguenze di natura patrimoniale per il paziente, che si vede costretto a sostenere ulteriori terapie a proprie spese.
Ma non solo: può anche causare un danno morale, in quanto l’errore diagnostico può compromettere la sfera psichica del soggetto, provocandogli stato di sofferenza.
Inoltre, il paziente può perdere la possibilità di conseguire un risultato migliore, come ad esempio una guarigione o una sopravvivenza più lunga.
Se si tratta di un tumore non accertato in tempo, il risarcimento si sostanzia nel diritto (negato) di autodeterminarsi nella scelta dei propri percorsi esistenziali.
In questi casi, in cui l’esito della sopravvivenza non sarebbe cambiato, il diritto che viene tutelato è quello di conoscere il proprio stato di salute e di decidere se e come reagire, sottoponendosi a determinate terapie, a un intervento o anche semplicemente convivendo consapevolmente con la malattia.
Quando si prescrive il diritto al risarcimento per errata diagnosi
I termini di prescrizione per l’errore medico e per l’’esercizio del diritto al risarcimento si distinguono a seconda dei soggetti responsabili:
- 10 anni, se viene chiesto alla clinica e l’onere della prova per andar esente da responsabilità è a carico della clinica (1228 c.c.)
- 5 anni, se viene chiesto direttamente al medico che non abbia rapporti diretti o contrattuali con il paziente, che ha commesso l’errore (l’onere della prova è a carico del paziente).
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