La normativa sul diritto di recesso
Quando e come può essere esercitato
Il diritto di recesso è una tutela importante riconosciuta dalla legge ai consumatori.
Si tratta di un diritto che riconosce all’utente la possibilità di annullare un contratto di acquisto entro un determinato periodo di tempo, restituendo i beni acquistati o ottenendo un rimborso.
In questo articolo ti spieghiamo come esercitare il diritto di recesso e come ti tuteliamo se il venditore non rispetta quanto specificato dal Codice del Consumo a favore dei consumatori.
INDICE
La legge sul diritto di recesso
Il Codice del Consumo, all’art. 52 e seguenti del D.Lgs. 206 del 2005, stabilisce che:
“il consumatore ha diritto a un periodo di quattordici giorni per recedere da un contratto a distanza o negoziato fuori dei locali commerciali, senza dover fornire motivazioni e senza dover sostenere altri costi (salvo quelli previsti all’art. 56, comma 2 e all’art. 57)”.
Il periodo di recesso termina:
- nel caso di contratti di servizi, dopo quattordici giorni dalla conclusione del contratto
- nel caso di contratti di vendita, dopo quattordici giorni dall’acquisto dei beni da parte del consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore.
La normativa del diritto di recesso stabilisce inoltre che durante il periodo di recesso, le parti del contratto possono adempiere ai loro obblighi contrattuali.
Tuttavia, nel caso di contratti negoziati fuori dei locali commerciali, il professionista non può accettare effetti cambiari con scadenza inferiore a 15 giorni dalla conclusione del contratto per i contratti di servizi o dall’acquisto dei beni per i contratti di vendita.
– Differenze del diritto nel Codice civile e nel Codice del consumo
Il diritto di recesso del Codice del Consumo è differente dalla fattispecie prevista dal Codice Civile all’art. 1373.
Secondo quest’ultimo articolo, se ad una delle parti è attribuita la facoltà di recedere dal contratto, essa può esercitarla finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione, anche se si tratta di un contratto a esecuzione continuata o periodica.
In quest’ultimo caso, il recesso non ha effetto per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione, a meno che non sia previsto un corrispettivo per il recesso.
Il recesso può anche essere usato come strumento per contestare la validità del contratto, se esiste un vizio o un inadempimento.
Il diritto di recesso disciplinato dal Codice del Consumo è invece esclusivamente rivolto al consumatore, al quale viene garantita una tutela completa.
L’esercizio del diritto di recesso
Il consumatore, per esercitare il diritto di recesso dal contratto, deve farne comunicazione al venditore nelle modalità previste dall’art. 54 del Codice del Consumo.
Una volta ricevuta, scattano i diritti del consumatore al rimborso del prezzo tramite lo stesso mezzo di pagamento usato per l’acquisto.
In alcune situazioni, il venditore offre la possibilità di sostituire l’articolo con un altro dello stesso valore.
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Se il venditore non rispetta il tuo diritto di recesso previsto dal contratto, puoi richiedere la nostra assistenza. Un nostro avvocato si occuperà del tuo caso.
I tempi per esercitare il diritto
Il diritto di recesso acquisti può essere esercitato dal consumatore-acquirente:
- entro 14 giorni dal ricevimento della merce
- entro 60 o 90 giorni se il venditore non ha fornito informazioni complete sul diritto di recesso, nel caso di contratti a distanza o negoziati fuori dei locali commerciali.
Per i beni, il termine decorre dal giorno del loro ricevimento da parte del consumatore, mentre per i servizi, dal giorno della conclusione del contratto.
Nel caso in cui il consumatore-acquirente eserciti il diritto di recesso, il venditore dovrà rimborsare al consumatore i pagamenti ricevuti in occasione della vendita, senza alcuna penalità.
L’art. 56, comma 3, prevede però che: “Salvo che il professionista abbia offerto di ritirare egli stesso i beni, con riguardo ai contratti di vendita, il professionista può trattenere il rimborso finché non abbia ricevuto i beni oppure finché il consumatore non abbia dimostrato di aver rispedito i beni, a seconda di quale situazione si verifichi per prima”.
Lo sapevi che…
Per i contratti di credito al consumo (finanziamenti, carte revolving, prestiti, cessioni del quinto) disciplinati dal D.lgs.385/93 (TUB), il diritto di recesso può essere esercitato entro 14 giorni dalla sottoscrizione del contratto, indipendentemente dal luogo in cui esso è stato stipulato.
Inoltre, tale diritto può essere invocato anche per i contratti collegati relativi a servizi aggiuntivi (ad esempio un’assicurazione).
Cosa fare se il venditore nega il diritto di recesso
Se il venditore si rifiuta di riconoscere la garanzia sui prodotti difettosi o il diritto di recesso sugli acquisti del consumatore fuori dal negozio o la risoluzione del contratto quando il prodotto non ha le caratteristiche richieste, l’acquirente può:
- presentare una diffida per iscritto (con raccomandata a.r. o con pec), dando un termine massimo di 7 giorni per adempiere e rispettare la legge
- richiedere l’intervento dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato per violazione dei diritti del consumatore
- rivolgersi a un organismo di mediazione per tentare una soluzione bonaria
- agire in giudizio con una causa civile.
Noi possiamo aiutarti in tutti questi casi.
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