L’installazione di sistemi di videosorveglianza in condominio è diventata una questione di crescente rilevanza, in quanto potrebbe tutelare i proprietari da possibili furti o ingressi abusivi.

Nell’articolo ti spieghiamo quando è possibile montare delle telecamere e cosa però non può essere ripreso nel rispetto della privacy.

 

INDICE

Come funziona la videosorveglianza in condominio

L’art. 1122-ter c.c. ha chiarito la legittimità dell’installazione di telecamere condominiali.

Per l’approvazione, da parte dell’assemblea, è necessario il voto favorevole della maggioranza dei presenti, purché rappresentino almeno la metà del valore totale dell’edificio.

La videosorveglianza, di conseguenza, rientra tra le attività di gestione dei beni comuni assegnati all’esclusiva competenza dell’assemblea condominiale.

I costi per l’installazione e la manutenzione sono ricompresi nelle spese condominiali, ripartiti anche tra coloro che potrebbero aver espresso dissenso, basandosi sulle rispettive quote millesimali di proprietà.

 

Il risarcimento per riprese illecite nella  videosorveglianza condominiale

Al fine di evitare di commettere il reato di interferenze illecite nella vita privata, è cruciale che le telecamere di videosorveglianza condominiale siano direzionate unicamente verso aree di competenza esclusiva, evitando di inquadrare zone comuni come cortili, scale, ingressi o aree esterne di proprietà altrui.

Riprendere tali spazi senza autorizzazione può portare a richieste di risarcimento da parte di chi si ritiene leso nella propria privacy.

Tuttavia, per poter avanzare una richiesta di risarcimento, il danno subìto deve essere significativo, andando a incidere in maniera concreta e rilevante sulla vita personale dell’individuo.