Occorre pagare la Tari per una casa inutilizzata?

Di solito, il possesso di locali suscettibili di produrre rifiuti fa sorgere tale obbligo. La legge però prevede delle eccezioni!

 

INDICE

I presupposti per non pagare la Tassa rifiuti su immobile disabitato

I regolamenti comunali utilizzano indizi per stabilire se un immobile genera rifiuti, ad esempio la presenza di arredi o l’attivazione di utenze.

Tuttavia, un’abitazione è suscettibile di produrre rifiuti solo quando è effettivamente utilizzata.

Dunque, la semplice presenza di allacci ai servizi in rete, senza consumi e l’assenza di mobilio non sono sufficienti per chiedere il pagamento della Tari casa inutilizzata.

Se invece, l’immobile è effettivamente utilizzato, la richiesta del Comune è giustificata.

 

Quando l’immobile può considerarsi produttivo di rifiuti

Anche se una residenza non viene attualmente sfruttata, ma è idonea all’utilizzo, ad esempio come seconda casa, si ritiene che possa potenzialmente generare rifiuti.

In effetti, se l’edificio viene realmente utilizzato, anche senza avere residenza ufficiale, la richiesta di pagamento della Tari del Comune è legittima.

La medesima logica si applica ai magazzini.

Se questi spazi sono vuoti, privi di servizi pubblici, arredi che suggeriscano un utilizzo anche temporaneo, allora non sono potenzialmente capaci di generare rifiuti e, di conseguenza, si applicherà il regime previsto per la Tari casa inutilizzata.

Dunque, la tassa non dovrà essere pagata.

 

Cos’è la Tari

La Tari è un’imposta unica comunale che è stata istituita dall’art. comma 639 L. 147/2013.

Spesso nota come “tassa sulla spazzatura”, è dovuta dai contribuenti che possiedono, detengono immobili che possono generare rifiuti urbani, indipendentemente dalla ragione o dall’utilizzo.

La Tari non è mai applicata alle parti comuni di un edificio, come ad esempio un condominio, il suo ingresso o il cortile, a meno che tali parti non siano utilizzate esclusivamente da un singolo soggetto.

 

Come si calcola la Tassa sui rifiuti

Ciascun Comune stabilisce le proprie tariffe per la Tari, sebbene siano definiti limiti di importo.

In generale, poiché questa tassa è correlata a un servizio, il suo calcolo tiene conto delle dimensioni dell’immobile, ma anche della potenziale quantità di rifiuti che può generare.

Questo parametro è associato al numero di residenti nell’edificio in questione.

Si tratta di una tassa dovuta per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Per questo motivo, sugli immobili con complessità oggettive nella gestione dei rifiuti, ad esempio quando si trovano in zone remote rispetto ai punti di raccolta, possono essere applicate riduzioni tariffarie fino al 60% anche per mancata raccolta dei rifiuti.

Le riduzioni possono anche essere stabilite dai singoli Comuni in caso di avvio della raccolta differenziata.