Come funziona il licenziamento collettivo
Cosa fare per difendersi
Il licenziamento collettivo che avviene in assenza di specifici presupposti potrebbe risultare un atto illegittimo ed essere oggetto di impugnazione.
Nell’articolo ti spieghiamo quando piò essere disposta questa procedura e come ti tuteliamo in caso di problemi.
Cos’è il licenziamento collettivo
Il licenziamento collettivo si verifica quando si procede al congedo simultaneo di diversi dipendenti, indipendentemente dal tipo di contratto di lavoro che essi hanno ( a tempo indeterminato o determinato), coinvolgendo quindi un gruppo di lavoratori e comportando la soppressione di posti di lavoro a seguito di una riduzione, trasformazione o cessazione delle attività aziendali.
La Legge 223 del 1991 stabilisce i requisiti per l’avvio di questa procedura, che includono:
- la presenza di almeno 15 dipendenti, inclusi i dirigenti, all’interno dell’azienda
- la necessità di ridurre, trasformare o cessare l’attività
- l’intenzione di procedere ad almeno 5 licenziamenti entro un periodo di 120 giorni.
Cosa fare contro il licenziamento collettivo
Affrontare un licenziamento collettivo può essere una situazione complessa e stressante per i dipendenti coinvolti e per questo è fondamentale comprendere i propri diritti.
Con la nostra assistenza potrai verificare per prima cosa se il tuo datore di lavoro ha rispettato
la procedura prevista dalla legge, inclusa la comunicazione e la consultazione con i rappresentanti dei lavoratori.
Inoltre, nel caso in cui il procedimento si riveli ingiustificato, sarà possibile impugnare il licenziamento entro 60 giorni, in modo da contestarne la legittimità.
Dopo aver spedito la lettera di impugnazione, si avranno 180 giorni di tempo per:
- comunicare alla controparte la richiesta di tentativo di conciliazione o arbitrato
- depositare un ricorso giudiziale, se non si giunge ad un accordo, entro 60 giorni successivi.
Come vedi abbiamo dei validi strumenti per tutelarti e farti ottenere giustizia.
Come ti aiutiamo in caso di licenziamento collettivo illegittimo
Siamo consumatori come te, (ci distinguono solo i ruoli) pertanto comprendiamo perfettamente le tue difficoltà nel far valere i tuoi diritti.
Siamo qui per ascoltarti e sgravarti da ogni preoccupazione, perché con passione e competenza, ci mettiamo la faccia per difendere i tuoi diritti da lavoratore e impugnare il licenziamento illegittimo che hai subito.
Ti offriamo assistenza qualificata, con avvocati specializzati in materia che ti aggiorneranno sull’avanzamento della pratica e che lavoreranno per te.
Se invece vuoi ulteriori notizie inerenti l’argomento, vai in basso nella sezione per saperne di più.
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Cosa dicono di noi
Le fasi della procedura licenziamento collettivo
Le fasi che devono essere seguite nella procedura di licenziamento collettivo affinché non si dia luogo ad un licenziamento illegittimo sono:
- disporre la comunicazione del licenziamento ai sindacati
- individuare i lavoratori da licenziare
- consentire la mobilità dei lavoratori licenziati, con diritto di precedenza nel caso in cui l’azienda avesse necessità di assumere personale.
In assenza di questo iter, noi possiamo tutelarti.
La comunicazione del licenziamento ai sindacati
La prima fase dei licenziamenti di massa consiste nell’obbligo del datore di comunicare i licenziamenti previsti alle rappresentanze sindacali e alle associazioni di categoria.
La comunicazione scritta deve contenere:
- i motivi che hanno causato l’eccedenza di personale
- i motivi tecnici, organizzativi o produttivi per i quali non si può evitare il licenziamento
- il numero, la collocazione aziendale e i profili professionali del personale eccedente e di quello normalmente occupato
- l’analisi delle associazioni di categoria.
Dopo la comunicazione, le rappresentanze sindacali esaminano la situazione, cercando di trovare delle misure alternative al licenziamento.
Nel caso in cui non fosse possibile, viene presa in considerazione la possibilità di ricorrere a misure sociali, volte a facilitare la riqualificazione e la riconversione del personale licenziato.
Individuazione dei lavoratori da licenziare
Conclusa la precedente fase, con o senza accordo, il datore di lavoro può procedere all’individuazione dei lavoratori che saranno sottoposti al licenziamento collettivo.
Tale azione deve avvenire in base a criteri di scelta stabiliti nei contratti, oppure in base a criteri legali, che sono:
- carichi di famiglia
- anzianità
- esigenze tecnico-produttive ed organizzative.
Concluso questo passaggio, il datore può recedere dal rapporto che, deve essere comunicato con preavviso e per iscritto al singolo lavoratore.
Entro 7 giorni dalla comunicazione dei recessi, deve essere comunicato per iscritto, all’Ispettorato interregionale del lavoro e alle associazioni di categoria, l’elenco dei lavoratori licenziati e i relativi criteri di scelta applicati.
Licenziamento collettivo e mobilità
Esiste un legame tra il licenziamento collettivo e mobilità? Ebbene sì!
I lavoratori licenziati possono essere inseriti in delle liste di mobilità, presso i Centri dell’impiego, che gli permetteranno di avere la precedenza se in futuro l’ex datore di lavoro avesse bisogno di assumere del personale nuovo.
In aggiunta, nel caso in cui l’ex datore di lavoro abbia nuovamente bisogno di personale entro sei mesi successivi e decida di assumere, è tenuto a garantire il diritto di precedenza ai suoi ex dipendenti, purché siano ancora disoccupati.
Se non viene rispettata questa precedenza, noi siamo qui per aiutarti.
L’Indennità INPS a seguito di licenziamento collettivo
Il lavoratore che ha subito il licenziamento collettivo ed è registrato nelle liste di mobilità,
ha il diritto di ricevere l’indennità di mobilità se:
- proviene da un’azienda con più di 15 dipendenti
- ha almeno 12 mesi di anzianità lavorativa.
L’indennità di mobilità viene erogata per un periodo massimo di 12 mesi, che può essere esteso a:
- 24 mesi per i lavoratori ultraquarantenni
- 36 mesi per i lavoratori ultracinquantenni.
I lavoratori licenziati invece da aziende con meno di 15 dipendenti non hanno diritto all’indennità di mobilità.
Spetta la disoccupazione in caso di licenziamento collettivo?
L’indennità di mobilità e la disoccupazione NASPI sono due prestazioni distinte e non possono essere accumulate.
Pertanto, il lavoratore può beneficiare solo di una delle due, scegliendo l’opzione più vantaggiosa dal punto di vista economico.
Hanno diritto disoccupazione i lavoratori che soddisfano una delle seguenti condizioni:
- sono stati soggetti a un licenziamento collettivo in aziende con più di 15 dipendenti
- sono stati licenziati da piccole aziende con un massimo di 15 dipendenti. Anche se possono iscriversi alle liste di mobilità, non hanno diritto all’indennità di mobilità e possono accedere solo alla disoccupazione NASPI.
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