Se vuoi sapere cos’è un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, sei nel posto giusto.Ti daremo tutte le informazioni che ti servono e ti tuteliamo se hai subito un licenziamento ingiusto o discriminatorio!

In questi casi, infatti è possibile ottenere il risarcimento per il pregiudizio subito o la reintegra nel posto di lavoro.
Se hai problemi con il tuo contratto, pensi di essere stato licenziato senza valido motivo o hai subito soprusi dal tuo datore di lavoro, contattaci e riceverai la giusta assistenza.

CONTATTACI SUBITO

INDICE

Cos’è il contratto di lavoro indeterminato

Il contratto a tempo indeterminato costituisce tra il datore di lavoro e il lavoratore un rapporto di lavoro subordinato senza una scadenza prestabilita.

I lavoratori possono interrompere il contratto indeterminato in qualsiasi momento (libertà del recesso, salvo l’obbligo del preavviso), mentre il datore di lavoro ha limitazioni che gli impediscono di licenziare il lavoratore senza una valida motivazione.

Le caratteristiche del contratto a tempo indeterminato sono cambiate con l’introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti (Jobs Act), che opera solo per le assunzioni successive al 7 marzo 2015.

 

importante

Attenzione

Il contratto a tutele crescenti introduce una nuova disciplina in caso di licenziamento illegittimo. È valido sia per i dipendenti assunti con contratto full time che part time.

 

Cosa prevede il contratto a tempo indeterminato

Il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato è la forma comune del rapporto di lavoro subordinato, che dovrebbe essere utilizzata per le assunzioni. L’articolo 1 del Decreto Legislativo 368/2001, al comma 1, afferma in modo chiaro che il contratto di lavoro subordinato di solito è a tempo indeterminato. Questo significa che la caratteristica principale di questo tipo di contratto è di non avere una data di scadenza stabilita.

Questa tipologia contrattuale costituisce un accordo tra due soggetti:

  • il lavoratore, persona fisica, che si impegna a svolgere un’attività lavorativa alle dipendenze di un datore di lavoro
  • il datore di lavoro, che può essere una persona fisica, giuridica o un ente, che si impegna a retribuire il lavoratore per le prestazioni svolte e a versare i contributi previdenziali e assistenziali.

Il contratto tempo indeterminato prevede un rapporto di lavoro senza vincolo di durata, a differenza del contratto a tempo determinato, che ha una durata limitata, con un’eventuale possibilità di proroga o di rinnovo.

Questo, viene generalmente regolato dai CCNL (Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro), che determinano le specifiche contrattuali delle singole categorie aziendali in Italia.

 

– La retribuzione nel contratto a tempo indeterminato

La retribuzione è il compenso che il datore di lavoro deve fornire al dipendente in cambio della sua attività lavorativa.

Secondo l’articolo 36 della Costituzione, essa deve essere adeguata alla quantità e qualità del lavoro svolto, e deve essere sufficiente a garantire una vita dignitosa al lavoratore e alla sua famiglia.

Esistono diverse forme di retribuzione che possono essere offerte al dipendente, a seconda del tipo di lavoro svolto.

  • a tempo, in quanto è calcolata in base all’orario di lavoro effettuato che si stabilisce la retribuzione. Questa, a sua volta, può essere di due tipi:
  • mensile, chiamata anche stipendio, spetta a dirigenti, quadri ed impiegati
  • oraria, chiamata anche salario, che spetta agli operai e a speciali qualifiche.
  • a cottimo, nella quale si tiene conto non soltanto del tempo impiegato, ma anche del risultato del lavoro. Può essere previsto con 3 diversi tipi:
  • misto, che consiste nella combinazione della retribuzione a cottimo con la retribuzione a tempo.
  • puro, detto anche pieno, è quella retribuzione che viene interamente determinata in base al risultato del lavoro, infatti, è impiegata nel lavoro a domicilio
  • collettivo, che è legato al rendimento del lavoro subordinato di un gruppo di lavoratori (organizzato dall’impresa)
  • in natura, che consiste nel retribuire il lavoratore, per il lavoro svolto, mediante beni o servizi (es. vitto e alloggio in cambio di una qualsiasi prestazione lavorativa)
  • a provvigione, calcolata in percentuale sugli affari conclusi dal lavoratore, nei casi in cui oggetto della prestazione sia la trattazione di affari per nome e per conto del datore di lavoro (es. rappresentanti)
  • con partecipazione agli utili e al capitale dell’impresa, in questo caso, il compenso è legato al risultato dell’impresa, in quanto viene commisurato agli utili netti
  • differita, dove i compensi maturano nel corso del rapporto di lavoro, ma vengono erogati successivamente (es. 13esima, 14esima, tfr).

Nel contratto a tempo indeterminato il lavoratore percepisce una retribuzione su base mensile, per un numero di mensilità annue che dipende dal Contratto collettivo nazionale.

Se non hai ricevuto la retribuzione mensile a cui hai diritto per contratto o non ti sono state pagate le ore di straordinario, puoi procedere con una diffida nei confronti del datore che rischia così sanzioni penali. Richiedi la nostra assistenza e faremo valere i tuoi diritti!

 

– Il periodo di prova nel contratto indeterminato

Il contratto a tempo indeterminato può stabilire un periodo di prova, la cui durata è determinata dal Contratto di Lavoro collettivo.

Questo periodo, che varia in base alla mansione che il lavoratore svolge, non può superare i 6 mesi. Nello specifico la prova è di:

  • 6 mesi per quadri e dirigenti
  • 3 mesi per gli impiegati.

Durante lo svolgimento del periodo di prova, il lavoratore ha i medesimi diritti che gli spettano nel caso di assunzione definitiva.

Il dipendente percepirà regolarmente lo stipendio previsto dal contratto di lavoro.

Ricorda che se il datore di lavoro annulla il contratto durante il periodo di prova, per motivi illeciti e discriminatori, il lavoratore- parte lesa- ha diritto al risarcimento del danno. Si tratta di un licenziamento illegittimo.

Attenzione! Occorre dimostrare l’irregolarità del licenziamento nel periodo di prova.

Affrettati a contattarci e ti aiuteremo a produrre le prove necessarie per ottenere il risarcimento.

 

disdetta Fastweb

Lo sapevi che…

Un contratto a termine può essere rinnovato per un massimo di quattro volte, quando il contratto iniziale ha una durata inferiore a 24 mesi e con il consenso del lavoratore.

Qualora il numero delle proroghe sia superiore, il contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato dalla data di decorrenza della quinta proroga.

Eccezione viene fatta per le start up innovative per il periodo di quattro anni dalla costituzione della società.

 

Gli orari di lavoro

Il contratto di lavoro a tempo indeterminato stabilisce l’orario di lavoro settimanale del dipendente, che rappresenta un fattore essenziale per il calcolo della retribuzione.

Secondo la legge italiana, l’orario normale di lavoro è di 40 ore settimanali, e le ore lavorate in eccedenza sono considerate come lavoro straordinario.

Tuttavia, il contratto collettivo può prevedere un orario inferiore a quello legale.

Ricorda che le ore lavorative che devi svolgere sono quelle specificate nel contratto e se il tuo datore di lavoro non paga quelle in più svolte, i nostri avvocati possono assisterti. In questo caso contattaci e ti aiuteremo!

 

Ricorda…

Le ore di lavoro straordinario non possono superare le 250 ore annuali e devono essere retribuite con una maggiorazione o con dei riposi compensativi.

Il lavoratore ha inoltre diritto a 24 ore di riposo consecutive durante la settimana, di norma coincidenti con la domenica, e ad almeno 11 ore di riposo tra una giornata di lavoro e l’altra.

La durata massima della giornata lavorativa è di 13 ore.

 

– Le ferie nel contratto a tempo indeterminato

Le ferie rappresentano un diritto fondamentale di tutti i lavoratori, compresi quelli con contratto a tempo indeterminato. Secondo il Decreto Legislativo 66/2003, ogni prestatore di lavoro ha diritto ad un periodo di ferie retribuite annuale di almeno quattro settimane.

Il decreto prevede inoltre un divieto di monetizzazione delle ferie, vietando ai lavoratori di rinunciare alle ferie per ottenere un compenso in sostituzione.

Oltre ai periodi di riposo giornaliero, settimanale e annuale, la legge garantisce ai lavoratori il diritto a sospendere l’attività lavorativa nei seguenti giorni festivi:

  • primo dell’anno
  • epifania (6 gennaio)
  • festa della Liberazione (25 aprile)
  • festa del Lavoro (1 maggio)
  • lunedì dell’Angelo (dopo Pasqua)
  • festa della Repubblica (2 giugno)
  • ognissanti (1 novembre)
  • assunzione (15 agosto)
  • Immacolata Concezione (8 dicembre)
  • Natale (25 dicembre)
  • santo Stefano (26 dicembre)

Quando svolgi prestazioni lavorative nei giorni festivi ricorda che hai diritto ad una maggiorazione della retribuzione pari al 40% per operai e intermedi, elevata al 50% per gli impiegati.

Se non ti viene calcolata in busta paga, noi possiamo aiutarti. Richiedi la nostra consulenza

 

Il licenziamento nel contratto indeterminato

Il contratto a tempo indeterminato è un rapporto di lavoro senza una data di scadenza specifica, che può essere interrotto solo attraverso un atto di recesso che può essere:

  • concordato dalle parti con risoluzione consensuale
  • scelto dal lavoratore con le dimissioni
  • scelto dal datore di lavoro con licenziamento.

Il datore di lavoro può disporre il licenziamento con contratto a tempo indeterminato:

  • per giusta causa, in caso di gravi azioni commesse dal lavoratore che non consentono la prosecuzione del rapporto di lavoro
  • per giustificato motivo, cioè per ragioni aziendali, organizzative, e non per colpa del lavoratore.

Il caso più frequente è la soppressione di un posto di lavoro e l’impossibilità di repêchage, ossia di ricollocamento del lavoratore.

Il licenziamento per giustificato motivo può anche essere soggettivo e cioè disposto per un grave inadempimento del lavoratore agli obblighi contrattuali.

In questo caso però, non essendo particolarmente grave l’inadempimento il datore di lavoro ha l’obbligo di concedere il preavviso al lavoratore.

 

Lo sapevi che…

Il lavoratore, può dimettersi senza dover fornire alcuna motivazione, ma dovrà fornire un preavviso al datore, che di solito è stabilito dal contratto collettivo di riferimento.

Se il preavviso non viene dato, la parte che recede è tenuta a versare una indennità all’altra parte.

Tuttavia, il lavoratore ha il diritto di recedere immediatamente se il datore di lavoro non rispetta i suoi obblighi, come il mancato pagamento della retribuzione. Si tratta del cosiddetto recesso per giusta causa.

 

La tutela contro i licenziamenti illegittimi

Il lavoratore subordinato che subisce un licenziamento ingiustificato, discriminatorio o vietato dalla legge può domandare il risarcimento del danno e, in alcune ipotesi, la reintegra nel posto di lavoro.

I contratti a tutele crescenti hanno introdotto una particolare tutela reale forte contro i licenziamenti illegittimi stabilendo:

  • il risarcimento del danno senza limitazioni
  • il diritto alla reintegra nel posto di lavoro.

Nello specifico questa nuova forma di tutela opera nei casi di licenziamenti:

  • discriminatori
  • ritorsivi
  • vietati per legge (come il licenziamento della lavoratrice in stato di maternità o di matrimonio, del lavoratore in stato di infortunio o malattia che non abbia superato il periodo di comporto)
  • intimati oralmente.

Nei casi di licenziamento disciplinare, quando viene dimostrato in giudizio l’insussistenza del fatto materiale, opera una tutela reale debole che prevede il diritto alla reintegra, e il risarcimento del danno in misura non superiore alle 12 mensilità.

In caso di licenziamento ingiustificato per motivo oggettivo opera la tutela obbligatoria forte che prevede il solo diritto al risarcimento del danno in misura non inferiore alle 6 mensilità e non superiore alle 36.

Nei casi invece di licenziamento affetti da vizi formali, come l’assenza dell’indicazione della motivazione o in caso di violazione delle regole procedurali si applica la tutela obbligatoria debole che riduce il risarcimento nella misura compresa tra le 2 e 12 mensilità.

 

– Come impugnare il licenziamento illegittimo

Il lavoratore che intende impugnare il licenziamento deve contestare in forma scritta il recesso del datore di lavoro entro 60 giorni dal ricevimento della comunicazione.

Entro i successivi 180 giorni, a pena di inefficacia dell’impugnazione, il lavoratore, deve depositare il ricorso giudiziale innanzi al Giudice del lavoro. Richiedi l’assistenza di un nostro avvocato per procedere con l’impugnazione! Ricorda che i tempi sono brevi, affrettati!

Il Giudice competente può essere, alternativamente, individuato nel Tribunale del luogo in cui il rapporto di lavoro è sorto oppure in cui vi è la sede legale dell’azienda o una filiale presso cui il lavoratore prestava la propria attività lavorativa.

 

importante

Importante

Ricorda! Se ricevi lettera di licenziamento, affrettati a contattarci per ottenere l’assistenza di un nostro avvocato esperto!

I termini per impugnare l’atto sono molto brevi! Hai 60 giorni che decorrono dal giorno in cui ricevi la comunicazione!

Contattaci

 

Come disdire un contratto a tempo indeterminato

Per cessare un contratto indeterminato il lavoratore deve comunicare, attraverso un atto di recesso, la volontà di di interrompere il rapporto di lavoro.

Il recesso contratto a tempo indeterminato può avvenire con o senza preavviso.

Il preavviso è un periodo di tempo che inizia a decorrere dal momento in cui ne viene data la comunicazione.

Quando è il lavoratore a recedere, il preavviso serve al datore ad avere il tempo necessario a trovare un sostituto.

La durata del preavviso è stabilita dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato.

La parte che ha diritto di ricevere il preavviso può rinunciarvi.

Quando il lavoratore vuole disdire il contratto indeterminato occorre che presenti le dimissioni online sul sito Inps.

Compilato il modulo presente nella piattaforma, occorrerà trasmettere la lettera di dimissioni al datore di lavoro.

 

Se le dimissioni del lavoratore sono per giusta causa, cioè dipendono dal comportamento del datore di lavoro, condotte di mobbing, oppure nel caso in cui non venga pagata la retribuzione, deve essere indicato il motivo del recesso.

Il lavoratore che chiede le dimissioni per giusta causa inoltre ha diritto a richiedere la disoccupazione.

Contattaci per farti assistere da un nostro avvocato esperto in diritto del lavoro! Ti faremo ottenere quanto ti spetta.

 

– I diritti del lavoratore a tempo indeterminato e parziale

Il contratto di lavoro a tempo indeterminato e parziale instaura un rapporto di lavoro, privo di scadenza prestabilita, in cui la prestazione lavorativa viene svolta per un numero di ore settimanali inferiore rispetto al normale orario di lavoro.

Il lavoratore che svolge un lavoro a part time indeterminato ha gli stessi diritti di un lavoratore a tempo pieno, ma in proporzione alla sua ridotta prestazione lavorativa.

Il datore di lavoro, invece, ha l’obbligo di garantire al lavoratore un orario di lavoro minimo settimanale e di rispettare le regole sulla flessibilità dell’orario previste dalla legge.

 

reclamo

Lo sapevi che…

Il contratto a tempo parziale indeterminato deve essere redatto per iscritto, sotto pena di nullità del contratto stesso, indicando tutte le condizioni contrattuali. Si tratta dell’obbligo di trasparenza introdotto con il Decreto trasparenza del 2022.

 

Vantaggi contratto a tempo indeterminato

Il contratto indeterminato è la forma di contratto che offre maggiori tutele ai lavoratori. Questo tipo di contratto prevede che il rapporto di lavoro non abbia una scadenza prestabilita, il che significa che l’azienda non può licenziare il dipendente senza un valido motivo o in caso di fallimento dell’azienda stessa.

Il contratto di lavoro a tempo indeterminato è molto ambito da chi cerca un impiego, poiché garantisce molta sicurezza e offre una serie di diritti che possono essere fruiti a lungo termine. Al contrario, i contratti a tempo determinato che prevedono una breve collaborazione offrono meno garanzie e diritti al lavoratore, poiché hanno una durata limitata.

Le agenzie interinali, nei loro annunci di lavoro, tendono a specificare la tipologia di contratto offerta.

 

 – Il passaggio da tempo determinato a indeterminato

In linea di principio, il contratto di lavoro a tempo determinato non può avere una durata superiore a 24 mesi.

La legge impone l’indicazione di una causale, cioè una giustificazione per cui il datore di lavoro intenda avvalersi della collaborazione del lavoratore per un tempo determinato superiore a 12 mesi.

La trasformazione contratto da tempo determinato a tempo indeterminato avviene qualora venga prorogato:

  • oltre i 24 mesi
  • in numero superiore alle 4 volte consentite
  • oltre i primi 12 mesi del rapporto senza l’indicazione di una delle causali previste dalla legge.

Inoltre, si trasforma a tempo indeterminato qualora il contratto di lavoro a tempo determinato venga rinnovato, indipendentemente dalla durata iniziale, senza l’indicazione di una delle causali previste dalla legge.