In questo articolo ti parliamo della normativa buoni pasto, specificando a chi spettano e quali sono i criteri di tassazione.

Solitamente ne hanno diritto i lavoratori che non possono usufruire della mensa aziendale, ma ci sono anche delle eccezioni.

Ti spieghiamo anche quali sono le regole del loro utilizzo, soprattutto da quando sono stati digitalizzati.

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INDICE

Buoni pasto cartacei ed elettronici

I buoni pasto consistono in ticket cartacei o elettronici che hanno un valore in denaro (dai 5 ai 10 euro).

Questi sono concessi ai lavoratori subordinati dalle aziende, in sostituzione del servizio di mensa aziendale e consentono di acquistare il pranzo:

  • in bar
  • ristoranti
  • in supermercati convenzionati nel caso in cui l’orario lavorativo copra anche la fascia oraria di un pasto.

A partire dal 2015 la Legge di Stabilità ha introdotto i buoni pasto elettronici,

il cui importo è accreditato su una carta che funziona come un bancomat o una carta di credito.

 

Ricorda

L’azienda non è sempre obbligata a dare i buoni pasto ai propri dipendenti. Solo se il CCNL di categoria ne prevede l’erogazione allora dovrà garantirli.

Se ritieni che il tuo datore non rispetti la normativa buoni pasto, ti aiutiamo noi! Contattaci.

 

 A chi spettano i buoni pasto

La disciplina sui buoni pasto stabilisce che debbano essere concessi a tutti i lavoratori con contratto di lavoro sia full time che part-time.

Per i lavoratori assunti a tempo pieno, i buoni elettronici o cartacei, hanno un importo compreso tra i 2 e i 10 euro.

Per i lavoratori assunti con contratto part-time, proprio perché non impiegati per l’intera giornata, i buoni pasto sono erogati solo se:

  • svolgono il loro lavoro in una fascia oraria che normalmente comprende un pranzo o una cena
  • la distanza tra l’abitazione e il luogo di lavoro è tale da rendere impossibile al lavoratore di effettuare il pasto in casa propria.

 

Diritto buoni pasto dipendenti pubblici

Se ti stai chiedendo quando spettano i buoni pasto per dipendenti pubblici devi sapere che ne hai diritto a condizione che il turno di lavoro duri più di 6 ore.

La legge (decreto MISE n.122/2017) ha stabilito che:

  • i buoni pasto possono essere utilizzati presso gli esercenti autorizzati alla vendita al dettaglio e per il consumo sul posto dei prodotti provenienti dai propri fondi effettuata dagli imprenditori agricoli, presso gli agriturismi e negli spacci industriali
  • possono essere cumulati fino ad 8
  • possono essere utilizzati solo dal titolare (e non da altri soggetti come moglie e figli).

 

Lo sapevi che…

Tra le più importanti società che erogano buoni pasto troviamo: Poste Italiane, Sodexo, Qui e Pellegrini.

Le carte sono diverse tra loro, e ad esempio la “Postepay Lunch” è fornita di microchip e quindi il titolare può usarla per i generi alimentari o come una normale Postepay per prelevare contanti, ricaricare il cellulare ed acquistare beni e prodotti.

 

Tassazione Buoni elettronici

Gli aspetti di novità più importanti sui buoni pasto elettronici riguardano il trattamento fiscale buoni pasto.

La soglia di esenzione dell’importo del buono pasto è passata da 5,29 euro a 7 euro (come stabilito dalla Legge di Bilancio 2020).

In particolare:

  • per i buoni cartacei il limite di esenzione fiscale passa da 5,29 euro a 4 euro
  • per quelli elettronici sale da 7 a 8 euro.

Con i buoni elettronici l’azienda può detrarre integralmente l’Iva sui ticket.

Vediamo nello specifico:

  • per le aziende i ticket sono detraibili con Iva al 4% e sono totalmente deducibili. Resta indetraibili l’Iva per chi utilizza ancora il cartaceo
  • per i liberi professionisti, in merito alle aziende individuali, ai titolari di impresa e soci, la detrazione Iva è pari al 10%, percentuale che comprende altri tipi di spese tipici di questa categoria come le trasferte e le spese di albergo
  • per le persone giuridiche IRES la detrazione è del 100%, sia dei buoni elettronici che cartacei, secondo quanto previsto dalla Circolare Ministeriale n. 6/E del 3 marzo 2009.

 

– L’indennità sostitutiva di mensa

Se non è possibile utilizzare i buoni pasto perché la sede di lavoro è distante da bar, ristoranti, supermercati convenzionati o agriturismi, puoi richiedere il versamento in denaro dell’importo del buono: la c.d. indennità sostitutiva di mensa.

L’indennità sostitutiva di mensa è esente da tassazione, a condizione che:

  • l’orario di lavoro comporti la pausa per il vitto
  • ci sia una stabile assegnazione del lavoratore ad un’unità produttiva situata in un luogo che non consente di recarsi, senza l’utilizzo di mezzi di trasporto, al più vicino luogo di ristorazione per l’utilizzo di buoni pasto.

Come nel caso dei buoni cartacei, l’indennità sostitutiva non è soggetta a:

  • tassazione fino ad un valore pari a 5,29 euro per i ticket restaurant cartacei
  • tassazione fino ad un valore di 8 euro per i buoni pasto elettronici.

L’indennità viene erogata in busta paga per l’importo di denaro corrispondente al valore del buono.