La nullità del matrimonio civile e canonico
Come ti aiutiamo ad ottenerla
La domanda di nullità del matrimonio può essere presentata sia dinanzi al giudice civile che al Tribunale ecclesiastico. La legislazione definisce le circostanze che consentono di richiederla.
Nell’articolo ti spieghiamo quali sono le ragioni per le quali il matrimonio può essere dichiarato nullo e come ti aiutiamo ad ottenere questa pronuncia.
INDICE
Le cause e gli effetti della nullità del matrimonio civile
Il matrimonio può essere dichiarato nullo, su richiesta di chiunque ne abbia diritto, per:
- violenza fisica
- mancanza assoluta del consenso
- mancanza di diversità di sesso tra gli sposi
- coniuge sposato
Per quanto riguardo gli effetti della nullità del matrimonio civile:
- si perde lo status di coniuge insieme a tutte le prerogative e gli obblighi personali associati
- cessa la comunione legale e si perdono i diritti ereditari
- i figli mantengono i loro diritti e doveri nei confronti dei genitori
- si interrompe il vincolo di parentela per affinità tra l’ex coniuge e i parenti dell’altro.
La nullità del matrimonio canonico
Se il legame matrimoniale si scioglie, si parla di nullità del matrimonio canonico.
La pronuncia di invalidità deve essere emessa da un Tribunale Ecclesiastico.
Tra le principali cause di nullità del matrimonio canonico rientrano:
- la mancanza di un consenso sincero, come nel caso di un matrimonio contratto sotto costrizione
- gli errori riguardanti le qualità del coniuge, come la scoperta successiva dell’impotenza
- l’assenza di rapporti sessuali, definito come “matrimonio rato e non consumato”.
Con la sentenza di nullità, il matrimonio concordatario diventa invalido sin dalla sua celebrazione.
Invece, i doveri dei precedenti coniugi verso i figli nati da questo matrimonio rimarranno in vigore.
Come ti aiutiamo a richiedere la nullità del matrimonio
Se vuoi richiedere la nullità del matrimonio civile o canonico, noi possiamo aiutarti.
Siamo un’associazione di consumatori e da oltre 10 anni forniamo assistenza e tutela online (ciò significa che non avrai bisogno di fare file e perdere tempo con la burocrazia).
I nostri avvocati godono di una spiccata competenza nel settore e ti aiuteranno ad ottenere la nullità del tuo vincolo coniugale quanto prima possibile.
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Cosa dicono di noi
Quanto tempo si ha per annullare il matrimonio
L’annullabilità tutela la libertà del matrimonio come atto di autonomia.
Sono casi di annullabilità assoluta:
- il vincolo di parentela, affinità e adozione dispensabile. In questo caso non si può più impugnare il matrimonio dopo 1 anno dalla celebrazione
- l’interdizione giudiziale. Non si può agire se hai coabitato per 1 anno a partire dalla revoca dell’interdizione.
Nell’annullabilità relativa i requisiti sono gli stessi di quella assoluta, ma la legittimazione spetta solo ad alcune persone espressamente determinate.
Sono casi di annullabilità relativa:
- la minore età (salvo che uno dei coniugi abbia raggiunto la maggiore età o vi sia stato concepimento o procreazione e vi sia la volontà di conservare il matrimonio)
- l’incapacità di intendere e di volere. Se vi è stata coabitazione per 1 anno e l’incapace ha recuperato le facoltà mentali, l’azione non può essere più proposta.
Come si fa ad annullare un matrimonio civile
Se vuoi richiedere l’annullamento del matrimonio occorrerà notificare l’atto di citazione all’altro coniuge.
A decidere sarà il giudice del Tribunale dove ha residenza o domicilio il convenuto.
Se siete entrambi d’accordo a richiedere l’annullamento, si può agire con un’azione congiunta e ottenere la pronuncia in tempi più celeri.
Inoltre, con l’annullamento si producono i seguenti effetti:
- cessa lo stato di coniuge
- cessa la comunione legale e i diritti ereditari
- può essere deciso il regime di affidamento dei figli minori (condiviso o esclusivo)
Se nessuno dei coniugi era consapevole della causa di invalidità (buona fede), il giudice può stabilire che uno dei due corrisponda all’altro un assegno di mantenimento per un periodo massimo di 3 anni.
Se uno dei due coniugi era in malafede invece è tenuto a versare un’indennità all’altro che deve comprendere una somma corrispondente al mantenimento per 3 anni.
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