Cos’è la separazione consensuale
Come funziona se ci sono figli e quali sono le procedure
La separazione consensuale consente, attraverso un accordo tra i coniugi, di ottenere l’autorizzazione a vivere separati e di regolare la questione sull’affidamento e sul mantenimento dei figli.
Nell’articolo ti spieghiamo cos’è, come funzione e come ti aiutiamo a richiederla.
INDICE
Cos’è e come funziona la separazione consensuale
La separazione personale è un accordo con cui i coniugi sospendono gli effetti del matrimonio.
Per essere valido, deve indicare come verranno regolati i rapporti patrimoniali (assegno di mantenimento) e personali come l’affidamento dei figli (esclusivo, condiviso, alternato).
L’art. 151 c.c. inoltre, dispone che tale forma di separazione può essere richiesta con diversi procedimenti, e cioè con:
- ricorso presentato da entrambi i coniugi alla Presidenza del Tribunale competente
- separazione giudiziale convertita in consensuale nel corso della prima udienza presidenziale
- negoziazione assistita prevista dalla Legge n°162/2014
- procedimento di separazione presentato presso l’Ufficio Comunale dello Stato.
Separazione consensuale con figli
La separazione consensuale con figli richiede che i coniugi si accordino sulla divisione dei loro doveri morali e materiali nei confronti degli stessi.
La Legge n. 54/2006 ha introdotto l’affidamento condiviso come regola generale in caso di figli minori.
Solo in casi eccezionali è ammesso l’affidamento esclusivo ad uno solo dei coniugi ovvero quando l’affidamento all’altro dovesse essere contrario all’interesse del minore.
Il mantenimento dei figli deve essere regolato dagli accordi stipulati ed è proporzionato alle entrate ed alle esigenze della prole.
Come ti aiutiamo con la separazione consensuale
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Cosa dicono di noi
Cosa dice la legge sulla separazione consensuale
La separazione legale consensuale è regolata dall’art. 158 c.c. il quale stabilisce che l’accordo deve essere omologato dal giudice per produrre i suoi effetti modificativi sullo status dei coniugi.
Il secondo comma invece tutela i figli, stabilendo che nel caso in cui l’accordo risulti in contrasto con gli interessi della prole, il giudice può:
- riconvocare le parti per modificare l’accordo
- rifiutare l’omologazione della separazione consensuale.
Nel caso, invece, in cui l’accordo venga omologato perché ritenuto valido, la separazione consensuale quanto dura?
La legge stabilisce che decorsi 6 mesi è possibile divorziare, facendo venire meno il vincolo matrimoniale in modo definitivo.
Documenti per separazione consensuale
Il ricorso, in doppia copia, firmato da entrambi i coniugi, deve essere presentato insieme ad alcuni documenti separazione consensuale, tra cui:
- certificato di residenza dei coniugi e certificato di stato di famiglia in carta libera, ad uso separazione (esenti da imposta di bollo)
- estratto autentico dell’atto di matrimonio, rilasciato dal Comune dove è stato contratto matrimonio
- la copia delle ultime tre annualità della dichiarazione dei redditi di entrambi i coniugi, nel caso in cui la coppia abbia dei figli minori. Le dichiarazioni dei redditi sono necessarie a consentire al Tribunale di valutare che gli accordi in ordine al mantenimento della prole siano validi
- modello Istat compilato
- copia della carta di identità dei coniugi
- ogni altro documento utile a documentare il contenuto dell’accordo.
La procedura per ottenere la separazione consensuale
La separazione consensuale si introduce con un ricorso sottoscritto da entrambi i coniugi e dall’avvocato, da proporsi in Tribunale.
Il ricorso, a seguito della riforma Cartabia, dovrà contenere l’esposizione chiara e sintetica dei fatti e degli elementi di diritto su cui si fonda la domanda.
Il procedimento si svolgerà in 2 fasi:
- la prima è detta “presidenziale” si svolge dinanzi al Presidente del Tribunale
- la seconda “collegiale” ha luogo davanti al collegio del Tribunale.
Nella prima fase, il Presidente del Tribunale, entro 5 giorni dal ricevimento del ricorso, fissa la data dell’udienza alla quale devono comparire personalmente i coniugi.
L’art. 708 c.p.c. dispone che la comparizione delle parti è necessaria per tentare una conciliazione.
Conclusa questa fase, se il giudice approva (con decreto di omologazione) l’accordo, trasmette il fascicolo della separazione al Pubblico Ministero, il quale può:
- esprimere parere contrario alla separazione, se gli accordi dei coniugi sono in contrasto con l’interesse della prole
- dare parere positivo e trasmettere il fascicolo al collegio del Tribunale per l’omologazione.
Sebbene la separazione sia stata omologata, ti ricordiamo che possiamo sempre chiedere l’azione di annullamento se il matrimonio è stato celebrato con un vizio della volontà.
Ma la separazione consensuale quando decade? Questo avviene quando le parti non riescono a mantenere un accordo amichevole sugli aspetti fondamentali dell’accordo.
Tempi e costi per la separazione consensuale
I tempi della separazione consensuale sono più veloci di quella giudiziale. E’ possibile che l’intero processo si chiuda entro poche settimane o al massimo in qualche mese.
Inoltre, la separazione consensuale, anche se va svolta con l’assistenza di un legale, ha un costo più contenuto rispetto a quello che riguarda il processo di separazione giudiziale.
Oltre al compenso dell’avvocato dovrà pagarsi un contributo unificato, il cui importo è eseguo.
La separazione consensuale attraverso la negoziazione assistita
L’art. 6 del D. L. 2014 n.132 ha introdotto un nuovo strumento per ottenere la separazione consensuale, definito negoziazione assistita o separazione breve.
Questo strumento consente ai coniugi di trovare un accordo in tempi rapidi e senza la necessità che venga svolto un giudizio in Tribunale.
Fra l’inizio della procedura di negoziazione e la conclusione dell’iter possono passare anche pochi giorni o mesi.
L’accordo dovrà essere sottoscritto da entrambi i coniugi per poi essere esaminato dal Pubblico Ministero e trasmesso all’ufficiale dello stato civile, il quale dovrà rilasciare il nulla osta.
In questi casi è necessaria l’assistenza legale.
La separazione consensuale in comune senza avvocato
In alcuni specifici casi è possibile ottenere la separazione consensuale presso l’Ufficio di stato civile del Comune di residenza o in quello in cui è stato celebrato il matrimonio.
Questa procedura può essere utilizzata solo se:
- la coppia non ha prole
- la coppia ha figli ma questi non sono economicamente autosufficienti
- l’accordo di separazione non prevede trasferimento patrimoniali.
In questo caso non sarà necessaria l’assistenza dell’avvocato.
Il Ministero con circolare n. 6/2015 ha stabilito inoltre che, l’accordo di separazione con questa procedura può anche avere ad oggetto “il pagamento di una somma di denaro a titolo di assegno periodico, sia nel caso di separazione consensuale (c.d. assegno di mantenimento), sia nel caso di richiesta congiunta di cessazione degli effetti civili o scioglimento del matrimonio (c.d. assegno divorzile)”.
Separazione consensuale diritti e doveri
Quando si verifica una separazione consensuale, i vincoli coniugali subiscono delle modifiche, ma non vengono completamente eliminati, ad eccezione del dovere di coabitazione.
In questo contesto, rimangono i seguenti obblighi di:
- collaborazione che persiste soprattutto se ci sono figli minori coinvolti, richiedendo ai coniugi di lavorare insieme per garantire il benessere dei bambini
- assistenza morale che si mantiene in circostanze gravi e straordinarie, implicando un sostegno emotivo reciproco.
Il dovere di fedeltà, dopo la separazione, assume una forma di rispetto reciproco.
La giurisprudenza considera che tale rispetto sia violato quando ci sono comportamenti offensivi nei confronti dell’altro coniuge, in particolare riguardo all’onore e alla dignità.
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